Rossella Nappini uccisa a Roma, la sorella: “Il killer non può aver agito da solo, voglio la verità”
Ad una settimana dal delitto di Rossella Nappini, l'infermiera di 52 anni uccisa a coltellate nell'androne del palazzo in cui viveva con la madre e i due figli, parla la sorella, Monica. La donna, ospite a La vita in diretta, questo pomeriggio su Rai Uno, ha espresso i suoi dubbi. "Non penso che l'assassino abbia agito da solo: mi affido alla polizia, sono loro che stanno indagando – ha detto – Ma ne sono sicura: qualcuno deve averlo aiutato, non può aver ucciso da solo mia sorella".
La dichiarazione della sorella
Intervistata a La vita in diretta, ha continuato a spiegare che il presunto assassino, che non ha risposto all'interrogatorio di convalida e oggi si trova a Regina Coeli, sarebbe stato visto entrare nel palazzo grazie ad un condomino che gli avrebbe aperto il portone. "Mia madre non avrebbe mai aperto: il killer deve aver aspettato che mia sorella scendesse, per questo l'ha colpita nell'androne. A coltellate – ha spiegato – Mia madre ha visto Adil che si allontanava con calma dal cortile del palazzo. Una volta scesa ha trovato Rossella distesa sul pavimento e ha iniziato ad urlare: l'hanno massacrata, aveva tagli anche sulle gambe. Mi ha chiamato al telefono, diceva Rossella è morta, è morta".
"Voglio scoprire la verità"
Prima di terminare l'intervento in televisione ha aggiunto: "Voglio che esca tutta la verità. Devo lottare per lei, per la persona che era: finché non so, non mi fermo. Voglio giustizia" per lei, ha concluso. Sono in molti a chiedere di fare chiarezza su quanto accaduto. Oltre alla sorella Monica, anche i colleghi, gli amici: anche loro hanno partecipato, straziati, all'ultimo saluto di sabato scorso nella cappella del San Filippo Neri, dove Rossella lavorava, chiedendo giustizia per lei. Sono gli stessi che, appena due giorni prima, hanno organizzato e partecipato alla fiaccolata in suo onore.