Rossella Nappini, l’ex compagno: “Mi raccontò che l’uomo fermato per l’omicidio la molestava”
Un ex compagno di Rossella Nappini, che è stato insieme a lei per sei anni, intervistato dal Messaggero ha raccontato di esserci rimasto in buoni rapporti, di sentirla spesso e di averla vista l'ultima volta una decina di giorni fa. "Mi raccontava che quell'uomo – Adil Harrati, il quarantacinquenne di origini marocchine in carcere, fortemente indiziato di omicidio ndr – la molestava. La loro storia era durata poco, lei gli aveva detto di farla finita" ha spiegato il quarantacinquenne, un operaio della provincia di Viterbo.
L'ex compagno ha detto di essere al corrente che i due avevano una relazione, Rossella glielo aveva confermato, ma che si è trattato di una storia di breve durata: "Si sono conosciuti durante i lavori di ristrutturazione nella casa della madre viveva. Sono usciti insieme, poi lei ha deciso di chiudere, ma lui da quanto mi diceva continuava a cercarla".
Lo studente che ha chiamato i soccorsi: "Ho capito subito che non c'era nulla da fare"
Uno degli inquilini che ha trovato il corpo di Rossella Nappini e che ha chiamato la polizia intervistato dal Corriere della Sera ha raccontato i concitati momenti, quando da studente di Medicina ha pensato per un momento di poterla soccorrere, per poi rendersi conto che le ferite erano troppo gravi. "Speravo di poterla salvare, ma ho capito subito che non c’era nulla da fare". Venticinque anni, da due nell'appartamento in cui abita insieme ad altri studenti universitari, Davide è nella scala accanto a quella in cui si è consumato il delitto che in questi giorni ha scosso il quartiere Trionfale-Primavalle, all'altezza del civico 61 di via Giuseppe Allievo a Roma.
Domani l'udienza di convalida del fermo per Adil Harrati
Domani dovrebbe svolgersi l'udienza di convalida del fermo per Adil Harrati, il quarantacinquenne di ogini marocchine fermato perché fortemente indiziato dell'omicidio dell'infermiera cinquantaduenne del San Filippo Neri, che ora si trova in via cautelare nel carcere di Regina Coeli. Dovrà comparire davanti al giudice delle indagini preliminari. È stata proprio la mamma di Rossella a fare il suo nome agli inquirenti. Gli zii della vittima hanno raccontato ieri ai giornalisti che l'uomo era noto alla famiglia, perché in quanto operaio edile aveva fatto dei lavori in casa.
Nel frattempo le indagini proseguono a 360 gradi e gli investigatori della Polizia di Stato coordinati dalla Procura di Roma non escludono alcun dettaglio. L'ipotesi di reato per ora contestata è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Ancora da chiarire il movente e la dinamica, se Rossella sia stata uccisa al termine di una lite o se l'uomo le abbia teso un agguato. L'arma del delitto non è stata ancora ritrovata.