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Roma vuole dedicare una via o un impianto sportivo a Giampiero Galeazzi: approvata la mozione

“Intitolargli una strada o un impianto sportivo è un modo per ricordarlo per sempre ai cittadini della Capitale, ha dichiarato il presidente della commissione, Nando Bonessio, esponente di Europa Verde.
A cura di Enrico Tata
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La commissione capitolina Sport, Benessere e Qualità della vita ha approvato all'unanimità una mozione per intitolare una via, una piazza di Roma o un impianto sportivo della città a Giampiero Galeazzi, giornalista sportivo della Rai scomparso lo scorso 12 novembre.

“Galeazzi è stato un’icona della romanità. Memorabile il momento in cui lasciò la telecronaca degli Internazionali di tennis per lo Scudetto del 2000 della Lazio e il racconto della festa del tricolore dell’AS Roma nel 1983. Per 40 anni è stato un grande giornalista sportivo della RAI, conosciuto da tutti per la sua competenza, professionalità e passione spesa nelle cronache radiotelevisive di alcuni dei più grandi successi italiani alle olimpiadi. Intitolargli una strada o un impianto sportivo è un modo per ricordarlo per sempre ai cittadini della Capitale, ha dichiarato il presidente della commissione, Nando Bonessio, esponente di Europa Verde.

La mozione impegna la giunta "ad attivarsi affinché la Commissione Consultiva di Toponomastica di Roma Capitale, nel rispetto delle normative vigenti, possa accelerare le procedure di intitolazione", e "a verificare la possibilità, sentita la disponibilità dei familiari, di istituire un premio giornalistico e/o una borsa di studio in memoria di un grande professionista così stimato ed apprezzato".

Galeazzi è morto a 75 anni dopo una lunga malattia

Galeazzi è morto il 12 novembre all'età di 75 anni dopo una lunga malattia. La camera ardente è stata allestita in Campidoglio nella sala della Protomoteca. Così l'amministrazione capitolina ha voluto rendere omaggio al popolare giornalista scomparso. Memorabili le telecronache di Galeazzi nella coppa Davis di tennis, nella canoa e nel canottaggio, con quelle esultanze per le vittorie di Antonio Rossi e dei fratelli Abbagnale rimaste nella storia del giornalismo sportivo.

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