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Roma ricorda ‘Lucianone’, l’infermiere eroe morto di Covid

È stato completato il murale in ricordo di Luciano Quaglieri, infermiere dell’ospedale San Filippo Neri morto di Covid-19 un anno fa. Chiesta con una petizione firmata da oltre 40mila persone, l’opera in omaggio al sanitario è stata realizzata su un muro esterno della stazione San Filippo Neri della linea Roma-Viterbo e presto verrà inaugurata ufficialmente.
A cura di Enrico Tata
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Il volto di ‘Lucianone', il suo sorriso, resterà per sempre dipinto su un muro della Capitale. È stato completato il murale in ricordo di Luciano Quaglieri, infermiere dell'ospedale San Filippo Neri morto di Covid-19 un anno fa. Chiesta con una petizione firmata da oltre 40mila persone, l'opera in omaggio al sanitario è stata realizzata su un muro esterno della stazione San Filippo Neri della linea Roma-Viterbo e presto verrà inaugurata ufficialmente.

Il gigante buono, alto più di due metri, è morto a metà novembre del 2020, quasi un anno fa esatto. Lavorava al pronto soccorso del San Filippo Neri. "Il nostro Lucianone non ce l’ha fatta. Un gigante di più di due metri, uno degli angeli del San Filippo, intento a curare i pazienti e a proteggere con la sua imponenza i colleghi dai medesimi, è morto dopo aver contratto il Covid. Un dolore scellerato ci ha investito tutti", lo aveva ricordato il neurochirurgo Shahram Shekrat, uno dei colleghi che più si è battuto per la realizzazione del murales.

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La petizione in realtà era stata lanciata per chiedere di intitolare un'ala dell'ospedale al ‘gigante buono' scomparso prematuramente. L'idea per il momento è stata accantonata, ma a breve verrà inaugurato ufficialmente questo murales. Quaglieri è morto lasciando figlie e moglie, anche lei impegnata nell'assistere i pazienti affetti da Covid-19. "Era un eroe come e più di tanti altri suoi colleghi. L’unico modo per legare per sempre il suo nome all’Ospedale per il quale ha lavorato, è quello di intitolargli ufficialmente un’ala del complesso ospedaliero. Luciano Quaglieri rimarrà nel cuore di tutti i suoi colleghi. Ma è necessario che il suo sacrificio sia reso noto a tutte le persone che entrano al San Filippo Neri. Non dimenticare chi, quotidianamente si sacrifica in silenzio per noi, vuol dire rompere quel silenzio e dimostrare la propria riconoscenza trasformando il luogo del sacrificio in un monumento", si leggeva nel testo della petizione.

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