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Covid 19

Roma ricorda le vittime del Covid: un minuto di silenzio in Piazza del Campidoglio

La sindaca Virginia Raggi stamattina ha osservato insieme alla giunta comunale del Campidoglio un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid per la prima giornata nazionale in loro memoria. Tanti in comuni di provincia e del Lazio che hanno commemorato i morti della pandemia con bandiere a mezz’asta.
A cura di Alessia Rabbai
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Roma ricorda chi ha perso la vita per la pandemia nella prima giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da coronavirus. Giovedì 18 marzo, giorno scelto perché un anno fa in Italia si contava il maggior numero di morti, la Capitale in zona rossa, si ferma in piazza del Campidoglio. La prima cittadina insieme alla giunta comunale ha osservato un minuto di silenzio per ricordare chi ha perso la vita per colpa della pandemia. Nel Lazio sono oltre 6mila le persone decedute da inizio emergenza sanitaria, alle quali la malattia non ha purtroppo lasciato scampo. Ad annunciare l'iniziativa la sindaca Virginia Raggi: "Siamo vicini alle loro famiglie" si legge in un post condiviso sui social network insieme alle foto dell'omaggio alle vittime ai piedi del palazzo comunale. Sono tanti i comuni della provincia di Roma e del Lazio che si sono uniti all'evento, con bandiere a mezz'asta nelle sedi istituzionali in segno di lutto e cordoglio alle famiglie.

Zingaretti: "Non vi dimenticheremo"

"Madri, padri, nonni, sorelle e fratelli, figli, amici: il Covid ha scavato un vuoto immenso nei nostri affetti. Una frattura nel tessuto sociale delle comunità – è il messaggio diffuso dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti in occasione della giornata nazionale  in ricordo delle vittime della pandemia – Noi non vi dimenticheremo. Onoreremo il vostro ricordo, combattendo uniti per sconfiggere il virus e per ricostruire speranza e futuro".

Roma dopo un anno di pandemia

Mentre Raggi omaggia in silenzio le vittime del Covid, intorno c'è una Roma, in zona rossa come il resto del Lazio, dopo un anno di pandemia, che appare parzialmente ferma, con bar, ristoranti e negozi chiusi, teatri, cinema e luoghi di aggregazione del fermento culturale e sociale della città interdetti per l'aumento dei contagi. In città romani e non ai quali è consentito continuano a lavorare da remoto, come ad esempio gli uffici pubblici, mentre chi non è in smart working continua spostarsi per raggiungere il posto di lavoro. Le persone chiuse in casa escono per fare la spesa e per le compere necessarie o raggiungono le aree verdi, parchi e ville storiche che nonostante la stretta dello scorso lunedì in vigore per quattordici giorni restano aperte, per trascorrere qualche ora rigenerante all'aria aperta con camminate, attività motoria e sportiva. Negli ospedali l'attenzione è alta per la terza ondata, con l'aumento dei ricoveri i posti letto in terapia intensiva occupati vicini alla soglia di criticità.

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