Felicittà, intuitiva crasi tra "felicità" e "città" è un bel nome per una manifestazione nata per valorizzare le energie culturali e sociali che si sprigionano grazie all'uso del patrimonio pubblico. Così quello che sembra un refuso o un errore di batttitura, quella "c" in più, apre un nuovo universo di significati da esplorare.
Così la seconda edizione de "Gli stati generali del Patrimonio" organizzati da Roma Capitale, ha avuto un nome felice che è anche una bella intuizione: per fare della capitale una città più ricca, vivibile, con una cultura accessibile e in grado di valorizzare le sue energie migliori, si può iniziare da quello che già esiste e abita gli spazi pubblici.
Il programma si è dipanato per quindici luoghi e otto municipi. Spazi che sono abitati da esperienze molto diverse tra loro, dal centro alla periferia. L'assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi, deus ex machina della giornata, inizia il suo tour dalla sede dell'Accademia Filarmonica Romana, accompagnato dal sindaco Roberto Gualtieri. Tutto esaurito in sala per la musica classica. Si prosegue poi per Explora, il museo dei bambini e delle bambine, per arrivare in serata alla Casa Internazionale delle Donne a via della Lungara e all'occupazione abitativa di via del Porto Fluviale, che il comune sta per acquisire.
"Oggi abbiamo voluto intendere il patrimonio non solo come patrimonio edilizio, come palazzi o stabili. – spiega Zevi – Ma un patrimonio di esperienze, talenti, intelligenze che aprono questi luoghi e li animano. A volte dobbiamo dirlo anche un po' nonostante le istituzioni… perché a volte le istituzioni invece di aiutarti ti vanno contro, noi invece vogliamo aprire una stagione in cui le istituzioni sono alleate, sono vicine a chi fa cose belle".
Fare del patrimonio pubblico del comune di Roma – che è tanto, e spesso inutilizzato e malgestito come ci hanno raccontato le cronache degli ultimi anni – un vettore di cambiamento in meglio della città, e non solo un'occasione per fare cassa, è l'ambizione. Ieri si è avuta la prova di quanto mettere al centro chi usa e abita gli spazi pubblici possa essere importante per una città più aperta, accessibile, inclusiva e coesa. Per fare di Roma una Felicittà speriamo che capiti più spesso di una volta l'anno, come promesso da Zevi e Gualtieri.