Roma, pronto soccorso del Gemelli allo stremo: “Situazione drammatica, mancano i posti letto”
"La situazione che stiamo vivendo nel pronto soccorso è drammatica, siamo tornati ai numeri di marzo e aprile, per quanto riguarda accessi Covid". Non usa mezze misure il dottor Francesco Franceschi, direttore del reparto Medicina d’urgenza e Pronto soccorso del Policlinico Gemelli di Roma, per raccontare la situazione in continuo peggioramento che si sta registrando negli ospedali della Regione Lazio. Sempre più pazienti infatti si recano al pronto soccorso in due casi: c'è chi sa già di essere positivo e chiama l'ambulanza perché le sue condizioni di salute sono peggiorate e c'è chi si reca al pronto soccorso con la febbre per cercare di ottenere un tampone evitando le ore di fila dei drive in. "Siamo tornati a rivedere casi gravi anche in età non avanzata, abbiamo anche 50enni in terapia intensiva" continua il dottor Franceschi spiegando che non sono solo i numeri a preoccupare ma le condizioni peggiori registrate nei pazienti nelle ultime settimane.
Il sistema sanitario della Regione Lazio è già in forte sofferenza, secondo i racconti che ci arrivano da medici e infermieri. Pazienti ore e ore in pronto soccorso in attesa di un posto letto o in fila nelle ambulanze sono immagini che si registrano ormai un po' ovunque nella regione e preoccupano il personale sanitario. "C'è un'insufficienza di posti letto in questo momento non c'è dubbio – conclude il dottor Franceschi – al Columbus Covid 2 Hospital non ci sono più posti, sia per quanto riguarda quelli ordinari che per le terapie intensive".
Ipotesi coprifuoco nel Lazio
L'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato, attraverso un'intervista rilasciata al Messaggero, ha espresso tutta la sua preoccupazione per l'andamento dei contagi non solo nel Lazio. D'Amato non esclude perciò la possibilità di una chiusura totale alle ore 23 per contenere la diffusione del virus, seguendo le misure già adottate in Lombardia e in Campania. "Con questo ritmo di crescita dei ricoveri e dei pazienti che necessitano di un posto in terapia intensiva, il sistema ospedaliero non può resistere. Ciò che ha fatto la Lombardia, lo dovremo fare in tutta Italia" ha dichiarato l'assessore.