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Roma pericolosa per donne e persone non binarie: sottopassaggi e stazioni gli spazi più insicuri

“Spatium Urbis” è l’indagine promossa da Roma Capitale e dall’Università la Sapienza di Roma che ha studiato la percezione delle spazio urbano. L’obiettivo è migliorarlo e rendere la città un luogo più sicuro per tutti.
A cura di Natascia Grbic
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Una città percepita come meno sicura e accogliente dalle donne, che più avvertono la sensazione di pericolo rispetto agli uomini. Una città dove il trasporto pubblico è visto come un problema per spostarsi e che tutti chiedono sia migliorato. Questi alcuni dati che escono da "Spatium Urbis", l'indagine sulla percezione della città promossa da Roma Capitale tramite la Commissione Pari Opportunità, in collaborazione con Università La Sapienza di Roma. A condurre lo studio sono state Alice Fischetti ed Elisa Leoni, con la supervisione della professoressa Mariella Nocenzi.

L'indagine, che ha riguardato un campione di 4mila persone, ha come obiettivo principale quello di colmare una carenza di informazioni su Roma, ma anche quello di proporre policies in un'ottica di genere per rendere la città a misura di tutti i cittadini.

Uno dei nodi principali dell'indagine ha riguardato il trasporto pubblico. Se i mezzi sono percepiti come sicuri da donne e uomini durante il giorno, lo stesso non si può dire per chi ha indicato sul questionario un'identità di genere altra. Oltre il 40% degli intervistati, in questo caso, ha dichiarato ‘disagio occasionale o sistematico nell'uso dei mezzi pubblici'. Per quanto riguarda invece l'uso del trasporto pubblico notturno, la percezione qui cambia notevolmente. Il 41,6% delle donne ha dichiarato di aver vissuto situazioni di pericolo, il 31% di disagio. Gli uomini hanno manifestato un leggero disagio 15,1%, il 28,9%. Il 71,4% di chi dichiara un'identità di genere non binario si sente in pericolo.

Le sensazioni di pericolo sono maggiori nelle zone che non sono ben servite dal trasporto pubblico. Si tratta soprattutto del Municipio VI (80%), Municipio IV (77,3%), Municipio IX (77,2). Le percezioni cambiano ovviamente in orario notturno, salendo drasticamente. In questo caso, solo il 3,9% del campione dichiara di non sentirsi in pericolo, contro il 24,2% del campione in orario diurno. Anche in questo caso sono soprattutto le donne (94%) e chi ha un'identità di genere altra (il 100% del campione intervistato) a sentirsi in pericolo.

I luoghi considerati più pericolosi sono i sottopassaggi (74,9%), le stazioni del treno (53,7%), le strade secondarie (54,5%) e le stazioni della metro (56,1%), le aree verdi (41,4%) e i mezzi di trasporto pubblico (42,8%), i parcheggi (38,9%) e le fermate dei mezzi di trasporto pubblico (29,5%).

L'indagine ha evidenziato anche i motivi per cui si ritengono i luoghi pericolosi. La principale causa è la sporcizia e l'incuria (38,2%), la seconda è la microcriminalità (32%) e la terza la scarsa illuminazione (31,5%). Per quanto riguarda la percezione di insicurezza, a incidervi sono la scarsa illuminazione (55,3%), la presenza di persone (39,5%), e la microcriminalità (39,1%).

"Si può parlare di una sorta di ‘genderizzazione' delle condizioni che inducono sensazioni di insicurezza e pericolo – si legge nel report – Infatti, le donne sono più attente all’illuminazione, al decoro e alla presenza di trasporto pubblico, specie di notte per trovare condizioni di protezione negli spazi urbani, rispetto agli uomini che si presentano come più attenti alla microcriminalità".

C'è un altro dato che emerge dal report e che è interessante sottolineare. Il 57% delle persone non binarie percepisce i luoghi come ‘genderizzati', così come il 37,6% delle persone di genere femminile. Diverso è invece il caso delle persone di genere maschile: solo uno su quattro pensa che vi sia un'associazione tra luoghi e identità di genere. In questo caso per chi si definisce non binario è molto diverso: probabilmente dipende da esperienze dirette nell'accesso a determinati spazi, così come nella loro esclusione. "i luoghi risultano genderizzati prevalentemente in senso maschile: lo sono sottopassaggi, stazioni e parcheggi, fra gli spazi più “insicuri” nelle risposte precedentemente analizzate, e meno piste ciclabili o aree verdi, sottolineando come la connessione fra luoghi e identità maschili corrisponda ad una maggiore percezione di insicurezza nel senso di identificarne una fruizione più tipica per gli uomini, ma anche una maggior fonte di rischio in questi spazi proprio portata da uomini".

Il 39% degli intervistati ha dichiarato di aver rinunciato ad alcune attività per paura. Una condizione negativa che riguarda soprattutto le donne e le persone non binarie, il 35%, contro il 17,5% degli uomini. Chi rinuncia spesso a uscire lo fa per ragioni connesse alla scarsa sicurezza dei territori, soprattutto quando hanno una rete di trasporto insufficiente . Anche in questo caso è il campione femminile a risentirne di più.

"I risultati del report – ha dichiarato Michela Cicculli, presidente Commissione Pari Opportunità Roma Capitale – ci dicono che viviamo in una città meno accogliente per chi è donna e si trova spesso a fare i conti con una continua percezione di pericolo. Piazza e centri di ritrovo rendono lo spazio urbano più sicuro mentre i parcheggi e le aree verdi sono percepiti come pericolose dalle donne che prediligono, inoltre , il trasporto privato per sostenere meglio il carico di cura che significa pensare anche agli spostamenti quotidiani di altre persone, di solito anziani e minori. Dopo il tramonto il mezzo pubblico viene accantonato come opzione per muoversi in città, ma nonostante questo le donne dichiarano di partecipare alle attività culturali e sociali di più rispetto agli uomini, che invece prediligono attività quali lo sport e il benessere personale".

"Un bel successo di partecipazione che ci ha permesso di ascoltare la cittadinanza e che costruisce la strada per Roma città delle donne, sicura e accogliente. Voglio ringraziare le professioniste dell'Università che hanno realizzato questo report, incrociando dati, bisogni e prospettive, e che ci hanno fornito un importantissimo strumento di lavoro. Ne faremo tesoro".

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