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Roma, nel carcere di Rebibbia la droga e i telefoni arrivano con i droni

Droni trasportano all’interno del carcere di Rebibbia telefonini e panetti di droga. Il sindacato della penitenziaria: “Non è la prima volta, servono poliziotti specializzati ed esperti per fermare il fenomeno.”
A cura di Beatrice Tominic
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Nella giornata di ieri, martedì primo febbraio 2022, è stata diramata la notizia dell'intercettazione di un drone che trasportava telefonini e panetti di droga all'interno del carcere di Rebibbia, l'istituto penitenziario che si trova nella zona ad est della città di Roma. Le guardie penitenziarie, che hanno notato il dispositivo mentre volava nel cielo, hanno poi effettuato una perquisizione all'interno del carcere grazie alla quale sono riusciti a sequestrare pani di hashish e più di 10 telefoni cellulare, con fili e cavi per ricaricare la batteria telefonica e svariate carte Sim.

Il drone che trasportava i telefoni e i pani di hashish è stato individuato nella tarda serata, con il buio notturno, dagli addetti alla videosorveglianza dell'istituto penitenziario. Ormai è da più di 5 anni, a partire dal 2015, che la polizia denuncia l'utilizzo dei droni per introdurre sostanze e merce illecita all'interno del carcere.

La denuncia del sindacato Sappe

La denuncia dell'utilizzo di droni è arrivata dal sindacato Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Il segretario del sindacato della regione Lazio, Maurizio Somma, raccontando i fatti, ha dichiarato: "Non è la prima volta che si rinvengono involucri contenenti droga e telefonini illecitamente introdotti con droni".

A queste parole, il segretario generale del sindacato, Donato Capece, ha aggiunto anche la richiesta di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell'utilizzo e nella gestione dei droni, necessaria secondo lui  "sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura".

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