Roma, disastro Atac: binari vecchi di 40 anni e pericolosi e metà dei bus in servizio da 15 anni
Tra i rilievi che la Corte dei Conti ha mosso a Roma Capitale sulla gestione delle società partecipate, molti riguardano il bilancio di Atac, la municipalizzata che gestisce il trasporto pubblico della Capitale. Il punto di partenza è l'analisi dei costi della manutenzione dei mezzi: solo nel 2019 sono stati spesi 42 milioni di euro, ben 4 milioni in più, pari all'11 per cento, rispetto al 2018. Secondo Atac la spiegazione di questo aumento è facile da fornire: "Negli ultimi anni si sono accumulati ritardi nell’attuazione dei piani manutentivi a causa delle risorse finanziarie limitate: nonostante le sollecitazioni a Roma Capitale e Regione Lazio, i finanziamenti delle manutenzioni straordinarie sulle infrastrutture e impianti di loro proprietà sono stati esigui ed il fabbisogno manutentivo è aumentato a causa dell’invecchiamento degli impianti, per alcuni dei quali è addirittura superato il tempo di fine vita tecnica".
Binari vecchi e autobus ‘morti' e pericolosi: ecco perché vanno a fuoco
Autobus obsoleti con maggiori costi di manutenzione e rete metropolitana e ferroviaria ormai vetusta. A fine 2020 la metà del parco autobus di Atac aveva un'età maggiore di 15 anni, a fronte di un ciclo-vita di 10-12 anni. I binari della Metro A sono vecchi di 40 anni, a fronte di un ciclo vita di 30 anni. Discorso identico per gran parte della linea B, anche se la tratta Termini-Garbatella ha binari non ancora vetusti. Per quanto riguarda i tram Atac ha fatto sapere che la rete presenta un'età dei binari che varia da 25 a 40 anni per il 75 per cento e quindi gran parte della linea ha superato, in alcuni casi di gran lunga, la vita tecnica per i binari, pari in genere a 25 anni. L'azienda ha inoltre riferito che la situazione è "molto preoccupante sia in Metro A che sulla ferrovia Roma – Viterbo dove vi sono le situazioni più preoccupanti dal punto di vista sia dell’età (Metro A) che per la particolarità geometrica del tracciato della ferrovia Roma – Viterbo che comportano attività manutentive più importanti e quindi costose da dovere realizzare per garantire la regolarità e sicurezza dell’esercizio".
Tram ancora più vecchi: 49 risalgono al 1948
Non va meglio per quanto riguarda i bus: a fronte di una flotta di 2001 veicoli al 10 dicembre del 2020, circa la metà, cioè 1019 autobus nello specifico, ha un'età superiore a 15 anni e risulta quindi vetusta, inquinante e costosa: il ciclo vita è in questo caso pari a 10-12 anni e le vetture vecchie sono per lo più veicoli a gasolio euro 2 ed euro 3. "L’età di una parte della flotta autobus, inoltre, appare un elemento collegato alla affidabilità e sicurezza del servizio. Sotto quest’ultimo profilo, in sede istruttoria è stato richiesto di evidenziare eventuali criticità riscontrate nella manutenzione dei bus, con implicito riferimento al problema degli autobus, obsoleti, per i quali si sono verificati ricorrenti incendi", fa notare la Corte dei Conti. Da sottolineare, tuttavia, che nel corso dell'amministrazione Raggi sono stati messi in servizio in totale oltre 600 nuovi autobus (come si può vedere nella tabella).
I tram sono addirittura più vecchi: ce ne sono alcuni, infatti, che risalgono al 1948 e hanno quindi un'età di 72 anni (sono in totale 49, di cui 10 da demolire e che quindi non rientrano nella flotta disponibile). Infine dei circa 60 minibus elettrici, e quindi non inquinanti, ne sono stati utilizzati soltanto 19 nei percorsi delle vie del centro storico della Capitale.
Atac fa notare comunque che a gennaio 2019 è stata sottoscritta una convenzione tra Roma Capitale e il Ministero dei trasporti che "regola la effettuazione di molteplici interventi di manutenzioni straordinarie sulle infrastrutture e sui treni delle metropolitane, per un valore complessivo di risorse assegnate di circa 426 milioni". Nel programma degli Investimenti 2021-2023, inoltre, sono stati stanziati circa 46 milioni per la manutenzione straordinaria della rete. La Corte dei Conti fa notare come gli investimenti necessari possano essere "finanziati, anche solo in parte, da risorse UE, ulteriormente incrementabili da possibili risorse derivanti dal PNRR che, sotto tale profilo, rappresenta un’occasione di indubbio interesse, tra l’altro, per il rinnovo delle reti e del parco mezzi della Capitale".