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Roma, cosa prevede la delibera su affrancazione e piani di zona: intervista all’assessore Veloccia

L’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia, intervistato da Fanpage.it sulla nuova delibera che elimina le affrancazioni sul prezzo massimo consentito, sui nuovi progetti per ricevere i finanziamenti del Pnrr e sulle novità in merito allo Stadio della Roma.
A cura di Enrico Tata
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Nei giorni scorsi è stata approvata una importante delibera di giunta che introduce importanti novità sulla vicenda delle ‘affrancazioni' dal prezzo massimo consentito degli appartamenti costruiti nei piani di zona. La novità riguarda circa 200mila abitazioni e sono circa 8mila le richieste di affrancazione che sono state presentate agli uffici del Campidoglio. In pratica per vendere la loro casa al prezzo di mercato, i proprietari di queste abitazioni dovevano presentare una richiesta di affrancazione al Comune di Roma, ma spesso le pratiche (da migliaia di euro) si fermavano negli uffici comunali per anni e anni. Da oggi, invece, viene eliminato questo obbligo: i proprietari delle case, cioè, non dovranno più presentare richiesta di affrancazione. Spiega a Fanpage.it l'assessore capitolino all'Urbanistica, Maurizio Veloccia:

"La delibera è importante perché da anni Roma Capitale aveva scelto di considerare i prezzi massimi di cessione come un vincolo che permanesse anche laddove le convenzioni sui piani di zona si fossero concluse. In pratica qualsiasi vincolo veniva meno con la conclusione della concessione, tranne il prezzo massimo di cessione e questo portava i cittadini a dover comunque procedere a una richiesta di affrancazione per poter vendere il proprio appartamento a un prezzo di libero mercato. Questo causava sia un problema ai cittadini, ma anche agli uffici comunali. I cittadini erano costretti comunque a procedere con le pratiche per l'affrancazione ed essa doveva poi essere gestita dagli uffici. Le pratiche sono aumentate negli ultimi anni e questo aumentava anche le difficoltà negli uffici. Molto spesso il calcolo sull'affrancazione era comunque nullo, ma occorreva produrre comunque un atto notarile e quindi spendere soldi per il notaio".

Facciamo chiarezza. Questa delibera riguarda tutti coloro che possiedono un alloggio all'interno di un piano di zona anche in diritto di superficie?

No, riguarda gli alloggi per i quali la convenzione è scaduta e riguarda coloro che hanno trasformato il loro diritto di superficie in diritto di proprietà. Il numero di cittadini a cui è rivolta questa delibera è però destinato ad aumentare, perché è nostra intenzione aumentare i piani di zona che potranno essere trasformati da diritto di superficie a diritto di proprietà. Quando questo lavoro verrà completato (cioè deliberare un ulteriore aumento dei piani di zona trasformabili da diritto di superficie a diritto di proprietà), questa delibera che abbiamo approvato si estenderà anche a tantissimi altri cittadini.

(attualmente la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà è possibile solamente in 14 piani di zona su 150 totali ndr).

Nei giorni scorsi la giunta ha approvato una memoria per presentare progetti per ricevere i finanziamenti del Pnrr nelle aree urbane di Santa Maria della Pietà, Tor Bella Monaca – Tor Vergata e Corviale. Quali sono i prossimi passi?

"Faremo in modo che questi progetti possono essere presentati alla Città Metropolitana e poi finanziati a livello di Pnrr. La scelta è stata quella di legare queste risorse che vengono dall'Europa a dei progetti che potessero rispondere alle esigenze della nostra città e in particolare alle esigenze dei nostri quartieri più periferici, di quelli che soffrono e che noi riteniamo debbano essere la priorità di intervento di questa amministrazione. La città deve ripartire e tornare a crescere, ma per poter tornare a crescere deve prima sanare le sue ferite. Deve crescere tutta insieme, non possono esserci parti ci città che vanno avanti e altre che rimangono indietro. Per questo abbiamo deciso di partire da aree che sono più indietro: grandi complessi di edilizia pubblica come quello di Corviale o di Tor Bella Monaca, grandi quadranti che possono essere strategici per lo sviluppo della città come può essere quello di Tor Vergata e pezzi di città dismessa, che però da anni aspettano una loro riqualificazione e rifunzionalizzazione, come l'area dell'ex ospedale psichiatrico del Santa Maria della Pietà.

L'altra cosa importante è che noi facciamo questo non da soli, ma in sinergia con le altre istituzioni: con la Regione Lazio per Corviale e Santa Maria della Pietà, con l'Agenzia del Demanio su Tor Vergata, dove c'è l'ex cittadella dello sport. Questo secondo me è un messaggio importante: costruire una sinergia istitutzionale è fondamentale per rilanciare la Capitale. Lo stiamo facendo su tanti fronti e farlo anche sul Pnrr è importante. Il Pnrr serve per fare ripartire il nostro Paese, ma il nostro Paese riparte se quei fondi aiutano a ridurre le distanze per ripartire tutti insieme".

Nei giorni scorsi avete incontrato l'As Roma per cominciare a parlare del nuovo Stadio. Ci sono novità? L'area più probabile potrebbe essere, come racconta la stampa, quella di Ostiense?

Noi abbiamo fatto due incontri con la Roma. Lo stadio della Roma, come quello della Lazio, è una grande occasione di rilancio della città e sono dovute alla città perché se ne parla da tanto tempo ma si sono susseguiti fallimenti. Ho apprezzato molto l'approccio della dirigenza della Roma: sano, pragmatico e molto disponibile a un confronto. Non le dico un'area perché non ne abbiamo parlato. Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri e analizzeremo le proposte che avanzerà la Roma per cercare di dare una mano a capire quella che possa essere la migliore, la più percorribile. Da questo punto di vista c'è la massima disponibilità da parte di Roma Capitale e mi pare che ci sia anche un approccio molto costruttivo da parte dell'As Roma.

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