Roma come il Perù: sulla ciclabile del Lungotevere un alpaca pascola tra pecore e mucche
Tra i ciclisti c'è spesso chi si lamenta della vegetazione che si impadronisce della ciclabile. Ecco allora trovata la soluzione: lungo la pista sul Lungotevere sono apparsi un alpaca e altri animali intenti a pascolare. "Sembra di essere sulle Ande", si legge nel tweet di jean paul bellotto a commento del video inserito sui social.
Da dove vengono gli alpaca
Vivono in Sudamerica e si incontrano soprattutto sulle Ande, dove pascolano a un'altezza tra i 3500 e i 5000 metri. Addomesticati nel I millennio a.C., questi mammiferi sono stati decimati dagli spagnoli quando conquistarono il Perù. A ucciderli non sono stati i proiettili, ma le malattie portate dai conquistadores. Quasi scomparsi, il mondo è tornato a interessarsi di loro nel 19esimo secolo per un motivo specifico: la lana, di cui era ossessionato l'Impero Britannico.
Quali sono le differenze con i lama
Non è semplice distinguere tra un alpaca e un lama. Due sono le caratteristiche che possono aiutare: le dimensioni, l'alpaca è più piccolo e ha la testa e le orecchie più corte, e il pelo, che nel lama è più corto, soprattutto sotto il mento. Così, la prossima volta che incontrerete a Roma un alpaca saprete riconoscerlo e distinguerlo.
Perché la lana degli alpaca è così pregiata
La lana degli alpaca è caldissima, leggera e morbida. Perché? È priva di lanolina, e quindi non infeltrisce né provoca allergie. Un esemplare è in grado di produrre 2,5kg e ce ne sono ben 22 colorazioni naturali diverse. La tosatura avviene una volta l'anno, in primavera, e il costo dei maglioni realizzati con questa lana non è indifferente: possono costare anche dagli 800 euro in su.