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Roma, caldo record a novembre. Pasini: “Sale temperatura Mediterraneo, abituiamoci fenomeni estremi”

A Roma oggi sono previste temperature massime di 24 gradi. Un caldo anomalo per il 10 novembre, che sta facendo interrogare moltissime persone sul motivo di questo clima. “Questi episodi si stanno verificando più frequentemente nel Mediterraneo perché siamo un hotspot, un punto caldo critico per il riscaldamento globale”, ha dichiarato a Fanpage.it il primo ricercatore del Cnr e docente universitario Antonello Pasini.
A cura di Natascia Grbic
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Una temperatura massima registrata di 24 gradi, un clima estivo che è impossibile non percepire come un'anomalia il 10 di novembre. Sono in tanti a chiedersi cosa stia accadendo e come mai, in questo periodo dell'anno, a Roma faccia così caldo. Abbiamo intervistato in merito Antonello Pasini, autore del libro ‘L'equazione dei disastri. Cambiamenti climatici su territori fragili', primo ricercatore del Cnr e docente di Fisica del clima all'Università di Roma Tre. "Nel Mediterraneo in questo momento c'è una situazione molto particolare – spiega Pasini – Si è infilata dell'aria fredda a nord delle Baleari, dove sta girando un vortice a bassa pressione, e noi che siamo a Est delle Baleari siamo investiti da correnti sciroccali. Dal punto di vista meteorologico è una situazione chiara, ma questi episodi si stanno verificando più frequentemente nel Mediterraneo perché siamo un hotspot, un punto caldo critico per il riscaldamento globale. Tutta la terra si sta riscaldando, ma il Mediterraneo di più, e risente di eventi estremi di più grande portata".

"Con il riscaldamento globale di origine antropica, soprattutto negli ultimi sessant'anni c'è stata un'impennata delle temperature, la circolazione equatoriale e tropicale si è ampliata verso nord – continua Pasini – Questa circolazione teneva un tempo gli anticicloni sul deserto del Sahara, mentre nella stagione estiva eravamo influenzati soprattutto dall'anticiclone delle Azzorre, un cuscinetto di aria stabile che arrivava dall'Atlantico e invadeva il Mediterraneo. Questo faceva sì che le perturbazioni rimanessero nel Nord Europa, ma anche che il caldo grosso rimanesse sull'Africa. Adesso, essendosi espansa verso nord la circolazione equatoriale e tropicale, sono gli anticicloni africani che spesso invadono il Mediterraneo e l'Italia, provocando umidità e caldo più forte". Questo porta ad avere lunghi periodi di bel tempo, poche piogge e una conseguente siccità. Non un fatto positivo quindi. "Il vero problema però, è quando gli anticicloni si ritirano sull'Africa perché non hanno la forza di rimanere sempre su di noi. Quando tornano indietro, si infilano le correnti fredde da nord, e quando vengono giù creano contrasti d'aria molto forti. Quando arriva aria fredda, umida o calda preesistente su un mare che si sta scaldando molto, succedono i disastri, come quelli che abbiamo visto in Sicilia nelle settimane scorse e ora nelle Baleari".

"In particolare in questo momento il brutto tempo gira vorticosamente alle Baleari e ci manda su l'aria calda direttamente dall'Africa. Queste situazioni sono sempre più frequenti perché è una dimostrazione dell'area fredda che è scesa, si è fermata sulle Baleari, ha fatto un contrasto termico molto forte e sta creando nuvolosità forte e piogge intense. Purtroppo nel Mediterraneo ci dobbiamo abituare a un'estremizzazione dei fenomeni. O fa molto caldo, o arrivano precipitazioni violente". Come detto in precedenza, il Mediterraneo è un hotspot del cambiamento climatico. E l'Italia si inserisce in questo contesto come zona particolarmente vulnerabile. "Al fattore climatico bisogna inoltre aggiungere la questione della fragilità del territorio. Se 200 millimetri  di pioggia cadono in aperta campagna, in terreno pianeggiante, senza rischi di frana non succede nulla. Se la stessa cosa accade a Genova, dove abbiamo sotterrato i torrenti, succede un disastro. L'antropizzazione del territorio è importante, ci sono molte città critiche in Italia".

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