Roma attacca Riyad e i suoi ‘petrol dollari’ per il voto su Expo 2030: “Qualcosa è successo”
L'attacco è diretto e arriva dal presidente del comitato promotore della candidatura di Roma a Expo 2030, ambasciatore Giampiero Massolo. "Sull'ultimo miglio qualcosa deve essere successo", dice. Perché né la Capitale né Busan si aspettavano una vittoria così schiacciante di Riyad. "Non critico, non accuso, non ho prove, ma la deriva mercantile riguarda i governi, riguarda anche gli individui talvolta", ha detto Massolo, commentando la sconfitta.
Secondo le previsioni della vigilia, a Riyad sarebbero dovuti andare tra i 90 e i 100 voti, con Busan a 30 voti (confermati) e Roma a 50 voti. Con questo scenario, la sfida si sarebbe decisa al ballottaggio tra la capitale italiana e quella dell'Arabia Saudita.
"Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell'interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile. E' pericoloso, oggi l'Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi..non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in Consiglio di sicurezza, perché se questa è la deriva io credo che l'Italia non ci debba stare", dure parole dell'ambasciatore.
Una sconfitta di queste dimensioni non se l'aspettava neanche Massimo Scaccabarozzi, presidente della Fondazione Expo: "La Corea ha preso i voti che doveva prendere, noi ne abbiamo presi meno rispetto a quelli che ci avevano detto che ci avrebbero votato. La cosa che mi dispiace, guardando al numero dei voti presi, è che mi aspettavo una presa di posizione europea più importante per un paese europeo come l'Italia. Voto comprato? Non arrivo a dire questo ma credo che questo voto dimostri, come sta succedendo anche per altre manifestazioni, che c'è un potere economico molto importante e ne dovremo tenere conto".
Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, seppure più diplomatico, ha puntato il dito contro la spregiudicata campagna di Riyad: "Non è il caso adesso di fare polemiche. Tutti hanno visto la campagna, tutti hanno visto questi numeri e sono andati anche oltre le note verbali scritte a sostegno degli altri candidati. Riad ha dilagato, ha avuto un voto schiacciante e chiaramente tutti possono trarre le loro considerazioni su questo. Obiettivamente, con queste regole del gioco e con questo peso molto forte che possono avere questo tipo di relazioni bilaterali non si poteva fare di più".