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Roma, assessori visitano carcere Regina Coeli: “Occuparsi dei detenuti un impegno civile e prioritario”

L’assessora Funari: “Abbiamo a cuore la situazione di chi vive nelle nelle carceri a Roma e lo abbiamo ribadito nel corso dell’incontro fatto con la Direttrice e con tutto il personale impegnato”.
A cura di Enrico Tata
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La visita di oggi, ha spiegato l'assessora capitolina alle Politiche Sociali, Barbara Funari, "rappresenta un segnale importante dell'interesse della nuova Amministrazione capitolina. Abbiamo a cuore la situazione di chi vive nelle nelle carceri a Roma e lo abbiamo ribadito nel corso dell'incontro fatto con la Direttrice e con tutto il personale impegnato. Occuparsi dei detenuti deve essere per le Istituzioni un impegno civile e prioritario e da parte mia un'occasione di riflessione e confronto utile per capire come rendere i servizi già in essere di Roma Capitale sempre più efficaci, per garantire il diritto alla salute e al reinserimento sociale".

Con Funari hanno partecipato alla visita l'assessore alla cultura, Miguel Gotor, e il capogruppo di Demos, Paolo Ciani. Durante la visita i rappresentanti della giunta capitolina hanno dialogato con alcuni detenuti, con il personale della polizia penitenziaria, con la direttrice, il comandante e il dirigente sanitario dell'istituto. "Sono convinto che la qualità di una democrazia si misura anche, e soprattutto, dalle condizioni in cui versano le sue carceri che avranno la massima attenzione da parte di questa amministrazione. Come Assessorato alla Cultura siamo disponibili a prendere in considerazione molto seriamente tutte le richieste che ci arriveranno dal mondo penitenziario cittadino e a rispondervi in modo positivo”, ha dichiarato Gotor. Per Ciani gli istituti penitenziari sono "parte integrante della città, luoghi a cui le istituzioni sono chiamate ad assicurare presenza e attenzione, come a tutti gli altri. Abbiamo voluto fortemente essere qui oggi, dare un segnale, esprimere alle persone private della libertà personale e a tutto “l’universo carcere” (personale di polizia penitenziaria, personale civile, personale sanitario e volontari) che Roma non li dimentica, ma li accompagna in un percorso di inclusione e reinserimento sociale”.

Lo scorso dicembre Ciani e Funari hanno visitato anche il carcere romano di Rebibbia insieme ai volontari della Comunità di Sant'Egidio. In quell'occasione il capogruppo di Demos ha sottolineato come negli ultimi anni sia cresciuta "una subcultura molto violenta: quando si sentono persone delle istituzioni dire “buttiamo le chiavi” riferendosi a detenuti, è molto grave. Non solo perché per la legge italiana la pena e la detenzione servono per il corretto reinserimento sociale di chi ha commesso il reato, ma perché sottointendono un senso di vendetta e di disumanizzazione del detenuto".

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