Roma ancora senza medici di base: bando semi deserto, solo 104 su 531
Nel Lazio mancano i medici di base. La Regione aveva fatto un avviso pubblico per ben 531 posti su tutto il territorio, ma da quanto emerso l'81 per cento resteranno vuoti, almeno per ora, perché non sono arrivate domande sufficienti, solo 104. Fanpage.it ha intervistato il presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma e Provincia Antonio Magi, che la scorsa settimana ha lanciato l’allarme. Molti colleghi stanno infatti andando in pensione e non si riescono a sostituire. Così tanti pazienti rischiano di rimanere senza dottore.
C'è una crisi dei medici di base e quali aree riguarda in particolare?
La crisi per la medicina generale c'è e serve risolverla il prima possibile. Gran parte oggi è di genere femminile e ci sono molte aree carenti nelle città in quartieri problematici oppure in periferie con situazioni disagiate, dove le dottoresse trovano scomodo dover andare ad aprire un proprio studio e anche investire economicamente. Le zone più critiche sono le periferie romane con maggior disagio sociale come Tor Bella Monaca, Tufello, San Basilio, Corviale, aree problematiche ad esempio per una giovane dottoressa che deve aprire uno studio medico da sola e deve fare le visite domiciliari. Stesso discorso riguarda la provincia romana e il fatto di doversi spostare a vivere in un paese.
Quali potrebbero essere le soluzioni da mettere in atto?
È un momento molto particolare e difficile, bisogna trovare il modo di far tornare attrattivo il sistema sanitario nazionale e la professione del medico di medicina generale. Questa carenza di medici di base è un problema molto serio, serve che con il Ministero alla Sanità e la Regione Lazio ci si parli e si trovino soluzioni ed incentivi, per motivare i dottori ad aprire studi medici di base e progettare così la loro vita, con tutte le spese che ne conseguono. Su tanti posti messi a disposizione nella Regione Lazio vedere che hanno partecipato un quinto delle persone rispetto al numero dei posti disponibili deve farci riflettere in maniera seria. Altro aspetto importante riguarda la parte retributiva e organizzativa, molti colleghi vanno all'estero.
Un altro tema che preoccupa sono le aggressioni al personale sanitario…
Il discorso è ancora più complesso. Le aggressioni al personale sanitario infatti sono sempre più frequenti, l'ultima è stata quella all'immunologo Francesco Le Foche, massacrato di botte da uomo nel suo studio medico di via Po lo scorso 5 ottobre. Bisogna ricostruire un rapporto fiduciario tra medico e paziente che purtroppo si è andato a perdere in questi anni, in quanto la figura del medico è stata delegittimata".