Roberto Gualtieri lavora alle alleanze: uno schema di sei liste per conquistare il Campidoglio
Vinte le primarie Roberto Gualtieri – con uno sguardo fiducioso ai sondaggi che lo danno sempre vincente ai ballottaggi – lavora alla composizione delle liste della sua coalizione, un passaggio fondamentale sia per la costruzione delle alleanze all’interno del centrosinistra, sia per la fisionomia della proposta politica, del "progetto" come si dice in questi casi da proporre alla città. Lo schema su cui sta lavorando la war room del candidato sindaco conta fino a oggi sei liste, con il coinvolgimento di tutte le forze civiche e politiche che hanno siglato il patto per le primarie
Prima di tutto ci sta ovviamente la lista del Partito Democratico, dove troveranno spazio diversi candidati uscenti ma anche nomi nuovi. Una lista dove tutte le correnti siano rappresentate ma su cui Gualtieri, che si è preso l'onere di un ruolo che nessun big sembrava volere, vuole l'ultima parola Il PD romano lavora in stretto contatto con il governatore Nicola Zingaretti, con l'idea di presentare un partito unito e allo stesso tempo aperto, con l'impegno diretto di nomi di peso dell'amministrazione regionale. Nel dibattito sono coinvolti anche l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, diventato un personaggio pubblico di grande rilievo grazie alla gestione della pandemia, che qualcuno vorrebbe impegnato come capolista se la pandemia non riprenderà vigore, e il capo di gabinetto di Zingaretti Albino Ruberti.
Ci sarà poi una lista civica che porterà il nome del candidato sindaco, e che si chiamerà con tutta probabilità Alleanza per Roma. Un contenitore dove Gualtieri vuole che trovino spazio nomi e volti nuovi della società civile, ma dove potrebbero trovare spazio anche i fuoriusciti del Movimento 5 Stelle, in particolare Donatella Iorio e Marco Terranova. Proprio con i ribelli del Piano di Roma oggi Gualtieri farà un dibattito pubblico dal titolo eloquente "Per Roma, insieme oltre gli schemi?". Ci sarà poi la lista dei Verdi Europei che correranno con il loro simbolo, così come i socialisti che alle primarie hanno partecipato con la consigliera comunale Cristina Grancio. Sul fronte dei "moderati" troviamo la lista di DemoS – la forza cristiano sociale molto vicina alla Comunità di Sant'Egidio – pronta a dare voce al mondo del volontariato, di molte associazioni e del cattolicesimo di base.
Più complessa la situazione a sinistra. A Giovanni Caudo, il minisindaco del III Municipio già assessore con Ignazio Marino, e secondo classificato alle primarie, è affidata la costruzione di una lista civica e di sinistra. Nelle intenzioni di Gualtieri e dei suoi qui dovrebbero trovare una casa tutti i partiti e le forze alla sinistra del Partito Democratico, ma che ciò avvenga è tutt'altro che scontato. Caudo ha intenzione di non guidare direttamente la lista, ma di svolgere il ruolo di garante di un progetto politico civico e che sia riconoscibile come una novità dagli elettori, in grado di pescare consensi a sinistra ma anche tra i delusi del M5S e di essere attraente anche per l'elettorato dem. Nessuna lista fatta con il Cencelli dunque, anche se la porta è aperta a tutti.
A sinistra c'è anche Liberare Roma, che ha corso alle primarie sostenendo Imma Battaglia e presentato candidati in tutti i municipi. Il PD vorrebbe aprire le liste anche alla sinistra civica che ha due punti di riferimento nell'eurodeputato Massimiliano Smeriglio e nel minisindaco dell'VIII Municipio Amedeo Ciaccheri. Il coordinamento di Liberare Roma chiarisce intanto di voler "contribuire a una proposta innovativa di sinistra, ecologista e femminista", alleata del Partito Democratico.