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Rivolta nel carcere di Civitavecchia, bruciati materassi: “È stato un inferno”

Spiega Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Una devastazione folle ma, fortunatamente, non ci sono feriti né tra i detenuti e né tra il personale di Polizia Penitenziaria”.
A cura di Enrico Tata
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Rivolta tra i detenuti all'interno del carcere di Civitavecchia. Intorno alle 11 di ieri, lunedì 13 maggio, sono stati incendiati i materassi all'interno delle celle, sono state rotte diverse finestre e poi, con l'idrante, è stata allagata la Sezione Circondariale. Due ore di caos, poi la situazione è tornata alla normalità.

Spiega Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: "Una devastazione folle ma, fortunatamente, non ci sono feriti né tra i detenuti e né tra il personale di Polizia Penitenziaria. Il tutto sembrerebbe nato per futili motivi. Bravissimi i Baschi Azzurri ad agire con grande professionalità e sangue freddo".

Secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, "la situazione a Civitavecchia e nelle altre carceri laziali è allarmante anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all'ordine del giorno. Prevediamo un'estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?".

Come detto, la rivolta dei detenuti è durata circa due ore e poi la situazione è tornata alla normalità. Nel Lazio sono reclusi ad oggi circa 6.700 detenuti, ma i posti regolamentari all'interno dei carceri sono soltanto 5.281, cioè quasi 1500 in meno.  Tra le situazioni più difficili ci sono quelle dell'istituto Regina Coeli di Roma, seguito proprio dal carcere di Civitaveccchia.

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