Continua il sogno di Damiano Coletta: vince a Latina contro ogni pronostico e batte la destra
Damiano Coletta resta sindaco di Latina. Con 110 sezioni scrutinate su 116, le proiezioni sono tutte a favore del candidato della coalizione di centrosinistra. Coletta si afferma con una percentuale vicina al 54%. I dati sono consolidati: è impossibile a questo punto una rimonta del centrodestra. Lo scranno del primo cittadino pontino resta in mano al centrosinistra. Damiano Coletta, dopo cinque anni alla guida del capoluogo, è riuscito a battere di nuovo la coalizione avversaria e questa volta lo ha fatto con l'appoggio del Partito Democratico.
Nel 2016 Coletta aveva vinto con il 75%
Al ballottaggio del 2016 aveva trionfato con il 75%. Oggi, la percentuale è molto inferiore, ma comunque importante. I cittadini non hanno premiato il volto storico della politica pontina, Vincenzo Zaccheo. Con parecchi voti in meno rispetto a quelli ottenuti al primo turno, è lo sconfitto di questo ballottaggio. Ambiva a vestire la fascia tricolore per la terza volta ma non ce l'ha fatta. La sua candidatura è arrivata tardi, riuscendo comunque a compattare le diverse anime del centrodestra. A sostenerlo i quattro maggiori partiti del centrodestra (Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Udc) e tre liste civiche (Latina nel cuore, Cambiamo! e Vola Latina). Gli inviti al voto di Zaccheo sembrano non aver funzionato.
Latina, il dato dell'affluenza
Nelle giornate elettorali del 3 e 4 ottobre aveva votato il 62,4% degli aventi diritto. Al secondo turno, invece, soltanto il 51,42% degli elettori si è recato alle urne. Per Zaccheo è una vera disfatta: dopo aver sfiorato la vittoria al primo turno, con il 48% dei consensi, viene battuto in rimonta. Per Coletta, che al primo turno si era fermato al 35%, è un trionfo: voleva trasformare la sua elezione del 2016 da eccezione nella storia di Latina a nuovo corso politico. Ce l'ha fatta. Latina, la storica roccaforte della destra laziale, resta in mano al centrosinistra. Gli elettori hanno apprezzato i cinque anni di sforzi profusi dal medico prestato alla politica.