Ristoratore nel mirino degli usurai: “Hanno minacciato di violentare mia figlia”

Si sono trovati ad affrontare un momento di difficoltà economica e si sono affidati a cinque usurai. È quanto accaduto ad un ristoratore e a sua moglie, che all'epoca gestiva una pescheria, nel periodo del lockdown, durante il coronavirus.
I cinque, arrestati dai carabinieri nel corso di un blitz all'alba del 26 aprile 2021, si trovano a processo, fatta eccezione per un di loro che ha patteggiato una pena definitiva di un anno e otto mesi. "Hanno minacciato di far stuprare mia figlia e farla finire sulla sedia a rotelle", ha raccontato la vittima nel corso del processo, che si tiene a Viterbo.
Il racconto in aula della vittima
È arrivato il turno del ristoratore parlare in tribunale, nel corso del processo a quattro dei cinque usurai. Fino ad ora era stata ascoltata soltanto la moglie, nel corso di due udienze a distanza di oltre un anno l'una dall'altra, a novembre 2022 e poi a febbraio 2024.
L'uomo ha ripercorso cosa è accaduto in quegli anni. "Avevo accumulato vecchi debiti di gioco, volevo levarmi tutte le pendenze – ha ripercorso, come riporta Tuscia Web.it – Per avere liquidità ho proposto agli imputati, che erano clienti del mio ristorante, di investire 10mila euro, restituendone loro 15mila a distanza di un mese". In breve tempo, però, la situazione è precipitata.
Le minacce degli usurai
"Visto il risultato, si sono attivati e sono entrato in una spirale di prestiti, ricatti e minacce", ha sottolineato prima di continuare a ricordare l'incubo che si è trovato a vivere, con minacce nei suoi confronti, della moglie e anche della loro figlia.
"La facciamo stuprare e finire sulla sedia a rotelle", gli avrebbero detto, minacciando di morte tutta la famiglia. Così ha sporto denuncia. Ed è stato avviato il processo al Tribunale di Viterbo.