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Ripreso mentre prende fuoco, rabbia e dolore al funerale di Francesco: “Trovate chi ha fatto il video”

Francesco Sandrelli è morto in seguito alle ferite riportate nell’incendio della sua auto sul Grande Raccordo Anulare. I parenti: “Quello che è accaduto è una cosa abominevole”.
A cura di Natascia Grbic
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Si sono tenuti questo pomeriggio i funerali di Francesco Sandrelli, l'uomo di cinquantatré anni morto dopo quasi due mesi di agonia per le ustioni riportate nell'incendio della sua auto sul Grande Raccordo Anulare. Le esequie sono state celebrate nella chiesa Cristo Re a Camucia, nel comune di Cortona, in Toscana, di dove il pittore era originario e dove risiede la sua famiglia.

Tantissime le persone che hanno partecipato all'ultimo saluto per Sandrelli. Durante i funerali non solo la tristezza, ma anche la rabbia per quanto accaduto: sono in molti a credere che se qualcuno si fosse fermato ad aiutarlo, invece di fare video deridendolo, l'uomo sarebbe ancora vivo.

"La pittura, la scrittura e la poesia erano per te un modo per esprimerti e per dare un senso alla tua sofferenza che come dicevi sempre tu, fa parte di tutti noi. Per te l'arte non era un passatempo, ma un'esigenza profonda", le parole della sorella Maria. Accanto al feretro di Francesco, un quadro e una sua pubblicazione, ‘La casa nella foresta'.

In tanti continuano a chiedere giustizia per quanto accaduto. "Speriamo che i responsabili dei video vengano individuati", dice una donna. "Quello che è accaduto è una cosa abominevole, filmare un uomo mentre c'è un incendio in corso e non fare niente".

L'incendio che ha ucciso Francesco Sandrelli si è sviluppato all'interno della sua auto il 6 febbraio. L'uomo è riuscito ad accostare sulla corsia d'emergenza, all'altezza di Casal del Marmo, ed è sceso dalla macchina per chiedere aiuto. Nessuno si è fermato: anzi, c'è chi invece di aiutarlo lo ha ripreso con lo smartphone, pronunciando frasi di derisione per quello che stava succedendo. "A zi', che hai preso foco?', si sente commentare un ragazzo. "Mamma, che caldo che fa" e "Questo lo mandiamo a Welcome to Favelas'.

Il video, pubblicato sui social della pagina, è rimasto online solo alcuni giorni, ma abbastanza per essere salvato, condiviso e diventare virale. Molto probabilmente saranno ascoltati i gestori di Welcome to Favelas, in modo da capire chi sia stato a inviare il video: chi lo ha girato, rischia una denuncia per omissione di soccorso.

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