Ripetute aggressioni al Gay Center a Testaccio con mazze e spray: “Sono ragazzini del quartiere”
"Gli atti intimidatori sono in corso da mesi, ma negli ultimi giorni la situazione è peggiorata: sono venuti con mazze da baseball e fumogeni, hanno imbrattato il marciapiede e il muro arcobaleno con scritte omobitransfobiche". Questo è quanto hanno fatto sapere dal Gay Center, presidio di tutela e sostegno verso persone LGBT+, nella sede del servizio Gay Help Line 800 713 713.
"A tutto questo si aggiungono le minacce e gli insulti verso volontariə e utenti che usufruiscono dei nostri servizi. Siamo preoccupati e spaventati: i primi episodi risalgono al maggio scorso – spiega a Fanpage.it Alessandra Rossi, coordinatrice Gay Help Line 800 713 713 – Uno di questi ragazzini è riuscito ad entrare nella struttura: ha buttato tutto in aria. Da quel momento abbiamo sempre le porte chiuse a chiave e le videocamere di sorveglianza. Nel mese di novembre e dicembre, invece, sono arrivati davanti all'ingresso e hanno iniziato a dare calci alla porta". Le misure preventive, quindi, non sono bastate: "Almeno, però, grazie alle telecamere, possiamo riuscire a vedere i volti dei vandali e a risalire alla loro identità".
"In 15 in giro con le mazze da baseball"
A mettere a segno le violenze e gli atti vandalici, come mostrano i video ripresi dalle videocamere dei sistemi di sorveglianza del centro, sono ragazzi molto giovani. "Avranno al massimo tredici anni, dai video si vede che sono giovanissimi. E sembra che siano tutti adolescenti del quartiere. Testaccio, Garbatella: sembra che vivano tutti in zona – continua Rossi – Noi abbiamo subito sporto denuncia: ci auguriamo che vengano identificati nel minor tempo possibile", aggiunge. "Siamo spaventati: sono piccoli di età, ma si muovono in gruppi di quattordici o quindici, portano con sé le mazze da baseball. Dovrebbe essere una preoccupazione di tutto il quartiere".
Nei giorni scorsi hanno fatto irruzione davanti alla struttura con delle mazze da baseball che hanno utilizzato contro al muro Rainbow per danneggiarlo, durante l'orario di attività. In un'altra occasione i ragazzini hanno raggiunto la sede con dei fumogeni e si sono fermati all'ingresso della struttura. È da lì che hanno iniziato ad urlare froci! e altri insulti.
"Fortunatamente chi era all'interno non se ne è neppure accorto. Ma se le persone fossero entrate o uscite in quel momento, si sarebbero trovati davanti un gruppo numeroso e armato di mazze", aggiunge Rossi.
L'appello: "Educazione all'affettività nelle scuole è un bisogno necessario"
Le scritte sul murale sono state già ripulite e presto anche i danni sulla parete saranno risolti: "Ci teniamo che l'ingresso della nostra sede resti sempre pulito e accogliente – continua Rossi – Per quanto riguarda il marciapiede, di responsabilità del comune, abbiamo sporto denuncia e presto solleciteremo una richiesta di intervento".
Oltre a quello, però, dal Gay Center lanciano un ulteriore appello al ministro Valditara per l'introduzione dei corsi alla sessuoaffettività: "Si tratta di ragazzini che vanno ancora a scuola, occorre investire nell'educazione per combattere le discriminazioni che ogni giorno subiscono le persone LGBT+ – aggiunge Rossi a Fanpage.it prima di concludere – Se potessi, spiegherei a questi ragazzini che dall'altra parte del muro potrebbe trovarsi una sorella, un fratello, un cugino, una cugina, un genitore e che i loro sono atti di odio. È per evitare che episodi come questi si ripetano che serve instaurare una cultura dell'inclusione".
La reazione di Arcigay
"L'episodio è avvenuta in una sede condivisa fra tante associazioni, compresa la nostra – ha poi fatto sapere in una nota Rachele Giuliano, presidente di Arcigay Roma – Purtroppo dobbiamo far rilevare che, secondo i dati riportati da ILGA Europe, l'Italia continua ad essere uno dei Paesi che meno tutela le persone LGBT+ in Europa, superata addirittura dall'Ungheria di Orban: manca ancora una legge contro l'omotransfobia".
Il commento di Grassadonia dall'ufficio LGBT+ capitolino
"L'attacco violento alla sede del Gay Center è da condannare senza alcun tentennamento. La mia solidarietà alle tante persone, attiviste e professioniste, che lì lavorano ogni giorno con costanza e impegno – hanno spiegato in una nota Marilena Grassadonia, alla guida dell'ufficio LGBT+ capitolino e il sindaco Roberto Gualtieri – Il fatto che si tratta di ragazzini così giovani ci conferma che il lavoro da portare avanti nella nostra città è prima di tutto culturale e formativo".