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Rimossi quintali di pesci morti nel Tevere, ma ce ne sono ancora

Sono almeno sei i quintali di pesci morti rimossi stamattina dal Tevere, ma se ne vedono già altri. Una ditta è intervenuta alla darsena di Fiumicino per prelevarli e si occuperà anche dello smaltimento. Colonna: “Ci stiamo mobilitando per risolvere il problema dell’accumulo nel nostro specchio d’acqua”.
A cura di Alessia Rabbai
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Continua la morìa di pesci nel Tevere. Sono almeno sei i quintali di pesci rimossi dal fiume nella mattinata di oggi, lunedì 30 agosto. L'intervento effettuato alla darsena portuale di Fiumicino con un'operazione gestita dalla polizia locale di Roma Capitale, dall'autorità portuale e dalla Capitaneria di porto ha permesso la rimozione dei pesci morti, tuttavia in alcune zone sono nuovamente presenti. Ad occuparsi dell'intervento e dello smaltimento delle carcasse la ditta Cogea, insieme al personale della protezione civile. "Alcuni sacchetti di pesce rinvenuto sulla spiaggia sono stati prelevati anche a Focene – ha spiegato all'Ansa Alessandra Colonna, assessora ai Diritti degli animali e ai Servizi sociali delega che include le competenze sull'igiene pubblica a Fiumicino – Insieme all'assessore all'Ambiente Cini stiamo valutando alcune proposte da lanciare per risolvere o, quanto meno, mitigare il problema dell'accumulo in darsena di tutto ciò che arriva dal Tevere e dall'Aniene e rende complicatissimo mantenere pulito lo specchio d'acqua".

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Perché ci sono centinaia di pesci morti nel Tevere

I centinaia di pesci morti nel Tevere sono venuti a galla nei giorni scorsi all'altezza di Ponte Marconi e della spiaggia Tiberis, dopo l'ondata di maltempo e le forti piogge che si sono abbattute sulla città. Sul posto è intervenuta in sopralluogo Arpa Lazio, per analizzare le acque del fiume e cercare di risalire alle cause che hanno portato alla morte di così tanti pesci. Il fenomeno si è già verificato a luglio dello scorso anno, non si esclude che le piogge abbiano portato in acqua sostanze tossiche. "Le risultanze dalle analisi chimiche condotte sulle acque sul Tevere da parte dell’Arpa Lazio nel recente passato hanno evidenziato la presenza di fitofarmaci ormai vietati dalla legge, in considerazione dei gravi rischi alla salute che possono generarsi a danno delle persone e dell’ambiente – ha spiegato Carlo Aprile, vicepresidente del WWF Roma e Area Metropolitana e coordinatore del Nucleo di Roma della Guardie Giurate WWF – Il WWF chiede con urgenza maggiori controlli e verifiche approfondite da parte delle autorità preposte".

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