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Riforniva le piazze di spaccio di Roma per il clan Gambacurta: narcos latitante arrestato a Madrid

Jorge Rodrigo Paez Nino è stato arrestato all’aeroporto di Madrid dalla Guardia Civil: su di lui un mandato europeo di cattura. È ritenuto uno dei principali fornitori di droga del clan Gambacurta, a capo del narcotraffico nell’area di Montespaccato.
A cura di Simone Matteis
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Immagine di reprtorio
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Il narcotrafficante colombiano Jorge Rodrigo Paez Nino è stato arrestato a Madrid dopo una latitanza durata cinque anni. Del quarantaquattrenne se ne erano perse le tracce nel 2018: su di lui pendeva un mandato di cattura europeo dopo essere sfuggito alla giustizia italiana, che ne aveva chiesto l'arresto ritenendolo uno dei principali rifornitori per lo spaccio di droga nell'area di Montespaccato, alla periferia ovest di Roma. Martedì 26 settembre l'uomo è stato riconosciuto dagli agenti della Guardia Civil spagnola vicino l'aeroporto di Madrid, dove è stato arrestato e imbarcato su un volo diretto a Fiumicino.

I rapporti con il clan Gambacurta

Nel giugno 2018 Paez Nino era finito al centro della maxi operazione "Hampa", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che aveva portato all'arresto di 58 persone: dalle indagini era emersa l'esistenza di un vero e proprio business criminale aggravato dal metodo mafioso e imperniato sul traffico di droga nel quartiere di Montespaccato, con a capo i fratelli Roberto e "Zio Franco" Gambacurta.

Un rapporto diretto e costante quello tra i Gambacurta e i fratelli Paez Nino, l'arrestato Jorge Rodrigo e Pablo Andres, ancora latitante. I narcos colombiani erano a capo di un'altra organizzazione criminale e avevano il compito di fornire droga, soprattutto cocaina, hashish e marijuana alla fitta rete di spacciatori che operavano per conto dei Gambacurta principalmente per le strade di Montespaccato.

La droga importata su camion e navi

Dalla Spagna, i due fratelli Paez Nino avevano messo in piedi un elaborato sistema di trasporto per far arrivare la droga in Italia attraverso camion, navi da crociera e navi mercantili, collaborando in diverse occasioni anche con clan camorristici del Napoletano e con alcuni infiltrati negli equipaggi che frequentavano i porti di Savona e Civitavecchia.

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