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Riecco l’inquietante schiuma bianca, mareggiata riempie spiagge a Fiumicino: ma c’è una spiegazione

Non c’è niente di cui preoccuparsi, perché la schiuma sulle spiagge del litorale romano non è causata da sostanze inquinanti, ma quasi sicuramente da materia organica e in particolare da proteine di alghe, fitoplancton e piccolissimi organismi viventi.
A cura di Enrico Tata
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Foto dal gruppo "Meteo Roma"
Foto dal gruppo "Meteo Roma"

Riecco l'inquietante schiuma bianca sulle spiagge di Fiumicino. La forte mareggiata che si è abbattuta nella notte sul litorale romano ha riempito la sabbia di questa sostanza biancastra, come si vede in molte fotografie pubblicate sui social network.

Era già accaduto e accadrà di nuovo con le prossime mareggiate. Non c'è niente di cui preoccuparsi, perché la schiuma non è causata da sostanze inquinanti, ma quasi sicuramente da materia organica e in particolare da proteine di alghe, fitoplancton e piccolissimi organismi viventi che si trovano in mare. Le proteine fanno in modo che la schiuma portata dalle non non si dissolva subito, ma resti invece molto persistente e resista anche al contatto con la sabbia. In fin dei conti, quindi, non si tratta di inquinamento ma del risultato dell'azione di molecole organiche.

Certo è che il risultato è impressionante: centinaia di metri di schiuma bianca che invadono praticamente tutte le spiagge del litorale della Capitale. Sul fenomeno, l'Arpa aveva già investigato nel 2017 e queste erano state le conclusioni dell'agenzia regionale:

In seguito alle osservazioni direttamente effettuate sul fenomeno in questione, si ritiene che l’evento possa essere ascrivibile a fenomeni facilmente osservabili in natura. Quando infatti nell’acqua si trovano sostanze ad azione tensioattiva (quali proteine o detersivi) e in seguito alle turbolenze del moto ondoso, viene introdotta aria nella soluzione, si forma la schiuma. I tensioattivi si possono generare anche naturalmente in presenza di un’abbondante massa organica derivante, come ad esempio un’intensa fioritura algale, che porta al fenomeno noto con il nome di “saponificazione”. Anche in questo caso è stato possibile osservare come l’intensità del moto ondoso abbia permesso di conglobare all'interno dell'acqua (fase liquida), oltre a ingenti volumi di aria (fase gassosa), anche i gas liberati dalla presenza di sostanze organiche in decomposizione. Il forte vento ha potuto poi accumulare le schiume prodotte lungo i litorali sotto vento.

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