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Ricucci, truffa milionaria: il liquidatore è ricoverato per caduta da sci, lui gli ruba le password

L’imprenditore romano, in collaborazione con l’ex commercialista Luigi Gargiulo, avrebbe falsificato la firma del liquidatore della sua società per modificare le cifre della procedura di concordato preventivo.
A cura di Simone Matteis
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Una nuova grana per Stefano Ricucci, l'imprenditore romano noto per essere tra i "furbetti del quartierino" che nel 2006 furono travolti dallo scandalo finanziario per la scalata a Bnl, Rcs e Antonveneta. Secondo la Procura di Roma, Ricucci avrebbe messo in atto una truffa milionaria assieme all'ex commercialista Luigi Gargiulo: i due avrebbero modificato le cifre della procedura di concordato preventivo per evitare il fallimento societario falsificando la firma del liquidatore incaricato, Marco Cioni, raggirandolo mentre si trovava ricoverato in ospedale.

Il liquidatore raggirato mentre si trovava in ospedale

I fatti risalgono al 2016: secondo la Procura il duo Ricucci – Gargiulo avrebbe messo in piedi un raggiro con l'obiettivo di ridurre sensibilmente le cifre previste per evitare il fallimento della Magiste Real Estate Property, di cui era proprietario Ricucci. Come riportato dal quotidiano La Repubblica, l'imprenditore e il commercialista sarebbero riusciti a rubare la password per entrare all'interno del computer di Cioni: una volta dentro, avrebbero quindi falsificato la firma del liquidatore approfittando della sua momentanea assenza visto che si trovava ricoverato in ospedale per una caduta dagli sci.

Una truffa milionaria studiata nel dettaglio

Un piano pensato fin nei dettagli: secondo la ricostruzione fornita dal quotidiano, Ricucci e Gargiulo avrebbero quindi modificato le cifre del concordato preventivo – la procedura attraverso cui un debitore in stato di insolvenza può tentare di evitare il fallimento – per poi inviare il tutto tramite la pec aziendale. La Magiste Real Estate Property di Ricucci, già al centro di un contenzioso tributario con l'Agenzia delle Entrate, avrebbe dovuto versare infatti un milione e 600 mila euro alla Trader srl, ma grazie al furto della firma di Cioni e la modifica delle carte, i due sarebbero riusciti a trasformare quella cifra in "soli" 600 mila. Una successiva manomissione nei mesi successivi avrebbe infine ridotto a 100 mila il credito di 220 mila euro previsto nell'atto di cessione tra le due società

Stefano Ricucci e Luigi Gargiulo sono attualmente sotto processo e ieri mattina, martedì 17 ottobre, Marco Cioni è stato ascoltato dai giudici del Tribunale penale di Roma fornendo la sua versione dei fatti, testimoniando il presunto furto delle password e la manomissione della documentazione messa in atto durante il suo ricovero in ospedale.

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