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Riaprono le scuole a Roma: aule mezze vuote tra proteste e scioperi

Riaprono le scuole oggi a Roma, ma non si placano le proteste di studenti e professori. C’è chi chiede il ritorno alla didattica a distanza e chi ritiene questo metodo ormai escludente e insufficiente a garantire il diritto all’istruzione. E c’è anche chi va oltre, condannando i tagli alla scuola degli ultimi anni e chiedendo un forte finanziamento.
A cura di Natascia Grbic
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La riapertura della scuola prevista per oggi, lunedì 18 gennaio, è stata inaugurata con scioperi e proteste di studenti e professori. Alcuni di loro hanno protestato anche davanti le sedi degli edifici scolastici con cartelli e striscioni, per poi spostarsi nelle varie piazze della capitale per le manifestazioni dal vivo. Si comincia alle 10 con le scuole del III Municipio che terranno un'assemblea pubblica sulla scuola in piazza Conca d'Oro. ‘Scuola sì ma non così', la frase che si legge sullo striscione di apertura che gli studenti hanno realizzato per lo sciopero. All'iniziativa parteciperà un numero ristretto di studenti per evitare assembramenti, ma chi non andrà in piazza e aderisce alle ragioni dello sciopero ha già fatto sapere che non parteciperà alle lezioni. Sempre alle 10, un gruppo di studenti sarà davanti al ministero dell'Istruzione, per chiedere di rimanere in Dad. Alle 11 altri studenti andranno invece al Pantheon, che raddoppia alle 15.30 con un'altro presidio, stavolta di ‘Priorità alla scuola', movimento di genitori fortemente contrari alla didattica online. Manifestazione anche a piazza del Popolo con gli studenti del Convitto, tutti distanziati e con le mascherine.

Non solo Dad: le ragioni della protesta

Le proteste della giornata di oggi non hanno riguardato solo la didattica a distanza, che ormai – come dichiarato anche dalla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina – non funziona più. Cuore della manifestazione, le problematiche che la scuola vive ormai da diversi anni, e che sono stati esasperati dall'emergenza covid. "I problemi strutturali degli edifici, delle classi pollaio e dello scarso numero di docenti di ruolo sono dovuti a decenni di tagli alla scuola, utilizzata come bancomat per finanziare settori meno importanti per la crescita culturale del paese – hanno spiegato gli studenti del liceo Nomentano – Siamo qui per dimostrare che il mondo della scuola è più che mai unito, professori e studenti dalla stessa parte, che combattono per una scuola più equa e solidale. Siamo stanchi che il dibattito pubblico si limiti alla divisione in pro Dad e no Dad, noi vogliamo che grazie ai soldi dell’Unione europea la scuola sia reinventata e modernizzata, investendo in quella che è l’istituzione che si deve occupare della formazione di futuri cittadini e cittadine".

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Mezzi pubblici ancora affollati

Ma a preoccupare per il ritorno il classe è l'annosa questione dei mezzi pubblici. Atac aveva annunciato da oggi 1500 corse in più al giorno, di cui 500 aggiunte da Cotral mediante l'uso di bus turistici e altre da Roma Tpl in caso di emergenza. Le corse dovrebbero servire le zone più trafficate della capitale in modo da evitare assembramenti sui mezzi e garantire il limite di capienza al 50%. Al momento, questo limite non è stato rispettato: i bus della capitale hanno continuato a girare pieni, con studenti e lavoratori ammassati l'uno sull'altro . Un problema molto grave, per il quale nonostante le misure messe in campo non è stata trovata ancora una soluzione.

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