Resta invalido per un’encefalite non diagnosticata in tempo: medico a processo
Una donna medico dell'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone è finita a processo per lesioni colpose, per la Procura avrebbe diagnosticato in ritardo un'encefalite, che avrebbe condotto un paziente ad un'invalidità al cento per cento, costretto in sedia a rotelle. Ad infittire il caso è inoltre l'assenza di un allegato delle cartella clinica, che sembrerebbe essere sparito nel nulla. Per questo motivo il legale del quarantaseienne Maurizio Muffato ha denunciato altre nove persone tra medici e infermieri. La dottoressa è stata rinviata a giudizio, dovrà rispondere delle accuse a suo carico di imperizia e negligenza.
Le indagini sono partite dalla denuncia dei famigliari del paziente, che hanno sospettato ci fossero delle anomalie nelle condizioni di salute del loro caro e che sia stato vittima di un presunto caso di malasanità. I fatti riportati dal Messaggero risalgono all'11 febbraio del 201, quando il quarantaseienne è stato accompagnato dal padre al pronto soccorso, perché aveva la febbre e si sentiva molto debole, tanto da non riuscire a stare in piedi.
Giunto al triage, gli è stato dato il codice giallo, ma con il passare del tempo le sue condizioni di salute sono peggiorate. I genitori non avendo novità si sono intrufolati nel pronto soccorso e lo avrebbero trovato sdraiato su un lettino in stato d'incoscienza e con la bava alla bocca. Secondo quanto ricostruito il paziente sarebbe stato visitato solo dodici ore prima. Il 26 febbraio è stato poi trasferito alla casa di cura San Raffaele di Cassino per la riabilitazione motoria a causa di una encefalite, che gli ha causato problemi di deambulazione.
Per la Commissione medico legale Inps di Frosinone il quarantaseienne lo stato di salute del paziente sarebbe causato dalle conseguenze di encefalo mielite e polmonite da Mycopasma pneumoniae. Diagnosi e cure ritardate, che hanno portato l'uomo a non poter più camminare e ad essere costretto a muoversi con la sedia a rotelle.