Regolamento patrimonio pubblico, l’assessore Zevi lancia un’assemblea con cittadinanza e associazioni
Nel teatro dell'Angelo Mai ieri Tobia Zevi, l'assessore al Patrimonio di Roma Capitale, ha annunciato che il prossimo 18 maggio si terrà un'assemblea pubblica tra amministrazione e associazioni, sull'annoso tema della gestione del patrimonio pubblico indisponibile del Campidoglio. L'appuntamento è alla "Casa della Città", uno spazio predisposto alla partecipazione al pianterreno dell'edificio che ospita il Dipartimento Patrimonio e Politiche Abitative in piazza Giovanni da Verrazzano a Ostiense. Con Zevi promuovono l'appuntamento Yuri Trombetti, presidente della commissione Patrimonio, Nella Converti (commissione Politiche Sociali), Erica Battaglia (commissione Politiche Culturali) e Riccardo Corbucci (commissione Statuto).
La platea a cui si è rivolto Zevi è quella del congresso dell'Arci di Roma, che ieri ha rinnovato Vito Scalisi nel ruolo di presidente. Lungo la mattina si rinnovano gli appelli all'amministrazione a risolvere un problema che va avanti ormai da quasi dieci anni, da quando nel 2014 viene emanata la delibera 140 che nei fatti ha messo a rischio decine di realtà sociali, associative e culturali che hanno la propria sede in spazi di proprietà pubblica. Uno degli spazi messi a rischio dalla delibera 140 è stato proprio l'Angelo Mai, uno degli spazi di produzione culturale indipendente più importanti d'Italia. Una vicenda lunga e complessa che ha visto sigilli, sgomberi, processi e richieste di arretrati esorbitanti. Al congresso dell'Arci partecipa mezza giunta comunale, ma l'intervento più atteso tra gli assessori presenti è quello di Zevi chiamato a interloquire su un tema vitale per la vita di molte associazioni.
L'esponente della giunta Gualtieri, oltre a offrire a tutti i presenti e non solo lo spazio di confronto pubblico del prossimo 18 maggio, ha ribadito la volontà dell'amministrazione di arrivare a un nuovo regolamento in tempi brevi, "se saremo bravi già prima dell'estate", utilizzando anche una "norma transitoria per tutelare le realtà esistenti". La nuova normativa, ha sottolineato Zevi, intende tutelare "la ricchezza delle realtà sociali e culturali che in molti territori garantiscono la coesione sociale", e utilizzerà per normare l'utilizzo del patrimonio pubblico "una pluralità di strumenti giuridici", come "patti di collaborazione e il riconoscimento di regolamenti sui beni comuni", ma anche "bandi pubblici" (nodo di scontro questo con associazioni e centri sociali) e la valutazione "d'impatto sociale".