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Regione Lazio, nel centrodestra è tutti contro tutti: leghisti infuriati con Rocca

Ieri una riunione d’urgenza dello stato maggiore della Lega nel Lazio alla presenza di Matteo Salvini dopi le nomine nella Sanità. Si discute di appoggio esterno, alla fine un comunicato in cui si chiede al governatore Francesco Rocca una “verifica”.
A cura di Valerio Renzi
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Ieri a Roma la segreteria regionale della Lega del Lazio si è riunita alla presenza di Matteo Salvini. Al termine dell'incontro, che arriva dopo mesi di tensioni, litigi e un sostanziale immobilismo alla Pisana con il governatore Francesco Rocca ostaggio degli scontri tra partiti e delle tensioni interne a Fratelli d'Italia, una nota che sembra un aut aut: "La segreteria regionale chiede al Presidente Rocca l’attivazione di un tavolo di lavoro di programmazione politica di rilancio per una condivisione di scelte e strategie che purtroppo fino ad oggi sono troppo spesso mancate".

La riunione, convocata d'urgenza nel tardo pomeriggio di ieri, ha visto la presenza del segretario del partito perché in discussione, per la prima volta, c'è la possibilità che il Carroccio lasci la maggioranza dove esprime ben due assessori, Pasquale Ciacciarelli all'Urbanistica e alle Politiche abitative, e Simona Baldassarre a Famiglia e Pari Opportunità. La Lega lamenta che le iniziative dei suoi due assessori vengano nei fatti boicottate, non riuscendo ad arrivare al termine dell'iter legislativo, o "rubate" da altri assessori: l'ultimo caso sono le iniziative in materia di legislazione sulla casa portate avanti dall'assessore di FdI al Bilancio Giancarlo Righini, che avrebbe sconfinato negli ambiti di pertinenza di Ciacciarelli.

Ma soprattutto a far infuriare i leghisti è stato il giro di nomine nella sanità, con dirigenti e direttori nominati per soddisfare gli appetiti di Fratelli d'Italia e Forza Italia, lasciando a bocca asciutta di leghisti. Il ragionamento del governatore è semplice: nonostante gli equilibri in consiglio siano cambiati rispetto a inizio della legislatura, con Forza Italia salita da 3 a 5 consiglieri a discapito dei leghisti passati da 3 a 1, gli equilibri non sono cambiati perché non sono cambiati alle elezioni europee le percentuali nelle urne. Ciò non toglie che, pur evitando il rimpasto, Rocca abbia dovuto dare maggiore spazio ai forzisti, e destreggiarsi tra i difficili equilibri interni a Fratelli d'Italia. A discapito anche della Lega. Che ora torna a battere i pugni.

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