Regione fa chiarezza: “Nessun focolaio di peste suina nel Lazio ma non si escludono provvedimenti”
L'attenzione è alta in tutta Italia per i focolai di peste suina che si sono registrati tra Liguria e Piemonte, che hanno visto l'abbattimento di migliaia di animali. Malattia che, occorre ribadire, non si trasmette all'uomo. Fanpage.it ha intervistato il presidente M5S della Commissione Agricoltura e Ambiente del Lazio Valerio Novelli, per capire com'è la situazione all'interno del territorio regionale a seguito dell'incontro avvenuto nei giorni scorsi, che ha coinvolto tutte le regioni alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, in previsione del tavolo della conferenza Stato-Regioni.
Qual è la situazione nel Lazio, ci sono focolai di peste suina?
Sappiamo che qualche caso sporadico inizia a vedersi anche nel centro Italia. Potrebbe essersi verificato lungo i nostri confini regionali, riguarda prettamente la fauna selvatica e non gli allevamenti e al tal proposito sono in corso gli esami su alcune carcasse di cinghiali, che stiamo analizzando insieme alle Asl territoriali, ma tutto è ancora in fase di accertamento e al momento non ci sono focolai attivi nel Lazio. La situazione è in divenire, non possiamo quindi escludere nessun tipo di scenario, per questo monitoriamo cosa accadrà nelle prossime settimane".
Quali misure sta pensando di mettere in atto il Lazio?
Stamattina ho avuto un confronto con l'assessore Onorati, che sta partecipando al tavolo permanente con il Ministero. Vorremmo infatti attuare metodologie unitarie, in linea con le decisione che eventualmente prenderà il Governo con un piano nazionale per arginare il fenomeno. Pensiamo a misure preventive, come ad esempio sulla linea di Liguria e Piemonte, di introdurre la sospensione temporanea della caccia, delle attività di trekking e raccolta funghi. Personalmente ho messo a disposizione dell'assessore la mia commissione ed eventualmente, qualora ce ne fosse necessità in caso di minaccia di focolai concreti, convocheremo una commissione con servizio fitosanitario, Crea, associazioni di categoria, Atc, per sentire il parere di tutti.
Quale risposta si sente di dare ad allevatori, agricoltori e privati che detengono suini da compagnia e che si domandano cosa accadrà?
Sicuramente il nostro obiettivo nel caso si presenti la necessità è quello di tutelare tutte le diversificate realtà presenti all'interno del territorio regionale che riguardano i suini, dalle filiere zootecnica e agricola ai privati che hanno con sé maiali da compagnia. Parte dei 50 milioni di euro, una prima tranche dei fondi stanziati dal Governo per far fronte al fenomeno, la maggior parte dei quali saranno investiti per le regioni in cui la malattia sta provocando i danni maggiori, andrà al Lazio e verranno utilizzati nei rimborsi per i comparti zootecnici e agricoli e investiti in attività di monitoraggio e prevenzione. Finanziamenti dunque all'interno dei quali rientreranno con le loro specificità tutti coloro che detengono suini.