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Elezioni regionali Lazio 2023

Regionali Lazio, Tina Balì la sindacalista Cgil capolista con Conte: “Darò voce al mondo del lavoro”

Segretaria della Flai Cgil, Tina Balì sarà capolista del Polo Progressista, lista di sinistra in sostegno della candidata del Movimento 5 Stelle Donatella Bianchi. “Spero sempre unità della sinistra, ma è stato il Pd a tagliare fuori il M5S”.
A cura di Natascia Grbic
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Tina Balì, segretaria della Flai Cgil Nazionale, sarà la capolista della lista di sostegno alla candidata del Movimento 5 Stelle Donatella Bianchi alle prossime elezioni regionali. Si chiamerà Polo Progressista la lista, e nasce dall'iniziativa di Coordinamento 2050, che raccoglie nomi e vecchi nuovi della sinistra e dei verdi che hanno scelto di andare insieme a Giuseppe Conte, come Stefano Fassina, Paolo Cento, Loredana De Petris e l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, e ha trovato l'adesione anche di altre forze come Sinistra Italiana.

Come mai ha deciso di accettare la candidatura a sostegno di Donatella Bianchi?

Sono stata per anni dirigente della Cgil con incarichi e ruoli differenti. Conosco molto bene il Lazio e il mondo legato all'associazionismo, quindi tante persone che sono nel Polo Progressista le conosco da tempo. Il lavoro sindacale è fatto di concretezza ma anche di visione, e rispetto alla politica si misura di più con il quotidiano, la vita e i problemi delle persone.

Pensa di riuscire ad accorciare questa distanza?

Negli ultimi anni secondo me questo è mancato alla politica, che ne è uscita indebolita, dialoga poco con il popolo e la gente in carne e ossa. Si vede dal fatto che non ha saputo affrontare questioni concrete, come la povertà e la precarietà. Se siamo dove siamo è perché finora ci sono state politiche sbagliate, lontane dalle persone. Credo che quella politica che negli anni si è allontanata dal lavoro e dal sociale debba essere contaminata con qualcuno che viene da quella realtà, e lo dimostra il fatto che mi abbiano chiesto di essere capolista. Sono onorata che mi si sia stata fatta questa proposta e di avere la possibilità di portare le istanze dei lavoratori all'interno della politica.

Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte deve essere il nuovo punto di riferimento per le alleanze a sinistra?

I propositi, gli obiettivi e il progetto del Polo progressista mi convincono moltissimo, molte persone che ne fanno parte le conosco per il lavoro sindacale che ho fatto negli ultimi anni. È un nuovo soggetto politico che nasce a sinistra e si avvicina al Movimento 5 Stelle, con una connessione importante tra mondo del lavoro e partiti, necessario per costruire una nuova base sociale. Tanto che la candidata presidente (Donatella Bianchi, ndr) non viene dal mondo partitico, ma dal WWF e dal Parco nazionale delle Cinque Terre. Lei è un'ambientalista, io vengo dal mondo del lavoro: mi piace questo nuovo accordo tra due donne, è qualificante.

Cosa pensa del mancato accordo tra Pd e M5s? Lei sarebbe favorevole a un'intesa?

Credo che la nostra prospettiva debba essere lavorare e unire, non perdo la speranza che ci possa essere la ricostruzione di una nuova unità a sinistra. Nel caso del mancato accordo, Alessio D'Amato ha chiesto un ticket ma senza il via libera di altri soggetti che compongono la coalizione, e il Terzo Polo è entrato a gamba tesa. Bianchi non ha detto di no all'accordo, ha detto che i ticket vanno fatti partendo dal merito delle questioni. Ciò che conta è la visione futura della Regione e di come si risolvono le problematiche relative a delle scelte che non sono neutre. Credo che con il Pd e D'Amato ci siano dei punti in comune, ma quello che cambia è la nettezza e la radicalità di certe proposte. Il Pd negli ultimi anni si è accomodato nella gestione delle cose senza mai osare. Conte e Zingaretti insieme hanno fatto un ottimo lavoro, e c'era una disponibilità al dialogo con le parti sociali che non abbiamo visto con altri governi. Un tema è proprio quale spazio la Regione vuole dare a questo dialogo.

Quindi è il PD che ha scelto il Terzo Polo?

Perché non ci si è seduti a un tavolo a costruire un progetto politico invece di scegliere prima D'Amato come candidato? Li si è fatta un'altra operazione: Calenda ha scelto il candidato, lo ha battezzato, e i 5 Stelle sono stati tagliati fuori, come è stato fatto a livello nazionale. I tentativi Polo Progressista e Sinistra Italiana li hanno fatti, dall'altra parte si lavora per disunire. Se il Terzo Polo vuole fare l'ago della bilancia tra 5 Stelle e Pd a questo punto non ci può essere alleanza.

Quali saranno le priorità della sua campagna elettorale e che spera di portare in consiglio regionale?

Il mio impegno si snoderà lungo tre assi: il lavoro, le disuguaglianze e l'emergenza climatica. Nel Lazio il tema dell'occupazione è fortemente sottovalutato: la nostra regione è seconda solo alla Sicilia per disoccupazione. C'è tantissimo lavoro precario, e la precarietà porta lavoro povero, non sviluppo e competenze. I giovani fuggono verso altre regioni. Qui c'è tantissimo lavoro sottopagato e non qualificato che riguarda soprattutto le donne, dobbiamo invece stimolare un lavoro stabile e ben retribuito. L'occupazione femminile ad esempio a Roma ha punti migliori rispetto ad altre città, ma solo perché è precaria e di scarsa qualità. L'altro tema è quello delle disuguaglianze di genere, generazionali, ma anche dentro la città, perché non è possibile che il tuo progetto di vita dipende da dove nasci. Una cosa è stare ai Parioli e un'altra al Tufello, per non citare sempre Tor Bella Monaca. Questo non è un territorio aperto che accoglie e noi dobbiamo eliminare queste disuguaglianze, accorciare le distanze tra le persone.

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