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Elezioni regionali Lazio 2023

Regionali Lazio, Rosa Rinaldi (Unione Popolare): “Su Sanità e rifiuti tutto da cambiare”

Rosa Rinaldi, candidata presidente di Unione Popolare alle elezioni regionali nel Lazio, intervistata da Fanpage.it: “Non voglio giudicare l’assessore Alessio D’Amato, ma. penso ci sia da fare molto sulla sanità, basta chiedere ai cittadini e alle cittadine che tipo si servizio sanitario offre il Lazio”.
A cura di Enrico Tata
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Rosa Rinaldi è la candidata presidente di Unione Popolare alle elezioni regionali nel Lazio. Esponente di Rifondazione Comunista, è stata vicepresidente di Enrico Gasbarra alla Provincia di Roma dal 2003 al 2008.

Perché ha deciso di candidarsi?

Unione Popolare mi ha chiesto di candidarmi, anche sulla base di esperienze che ho fatto su questo territorio, essendo stata vice presidente della provincia di Roma. Mi sono occupata di temi molto importanti che hanno a che fare con emergenze ancora attuali, penso all'emergenza rifiuti, alle questioni ambientali e sanitarie. Mi è stato chiesto e io ho accettato di candidarmi.

Come giudica l'operato dell'assessore D'Amato sulla sanità?

Non voglio giudicare l'assessore Alessio D'Amato. Io penso ci sia da fare molto sulla sanità, basta chiedere ai cittadini e alle cittadine che tipo si servizio sanitario offre il Lazio. Per avere una prestazione sanitaria occorre aspettare a volte un anno, a volte le agende degli ospedali neanche sono aperte perché sovraccariche. Pensiamo che qui, come altrove, ci sia una privatizzazione massiccia. Si appaltano addirittura i turni di lavoro e questo dice quanta distanza ci sia tra le richieste dei cittadini e il servizio offerto. Bisognerebbe rivedere tutto e provare a restituire un senso pubblico all'interno degli ospedali, ma anche nella sanità territoriale. Quando andiamo a fare degli esami specialistici il più delle volte ci rivolgiamo alle strutture accreditate e non nelle strutture pubbliche. Al di là del giudizio dell'assessore, il giudizio lo esprimono i cittadini quando non hanno i servizi di cui hanno bisogno.

Un altro tema che sarà centrale in questa campagna elettorale è quello dei rifiuti… su questo come giudica la giunta Zingaretti?

Quando sono stata vicepresidente della provincia di Roma, sono riuscita a fare un piano per la raccolta differenziata porta a porta. Lo abbiamo fatto coinvolgendo i cittadini, contrastando la politica sostanzialmente delle discariche come quella che per tanti anni ha imperato a Roma. Ecco, davvero a me cadono le braccia se dopo tanti anni ancora ci propongono gli inceneritori come soluzione. Io credo che il fallimento in questa Regione, dovuto alle giunte di destra, di sinistra, poco importa, è proprio legato a questo: non essere stati capaci di individuare, nel settore dei rifiuti, come soluzione un investimento sul recupero e sulla ricerca. Questo è il fallimento e il problema non si risolve con l'inceneritore, che significa mettere la polvere sotto il tappeto.

Quindi lei è contraria al termovalorizzatore proposto da Gualtieri per Roma?

Questa regione ha un'altra malattia che è quella dei commissari: c'è un problema, si va dal governo e si fa nominare un commissario. Sulla questione dell'inceneritore è stato nominato un commissario e per questa via si allontana ogni responsabilità collettiva e la partecipazione dei cittadini. Quando ero alla Provincia mi sono occupata molto dell'inceneritore di Colleferro. Investire tanti soldi su un inceneritore vuol dire rinunciare alla raccolta differenziata. Questo perché per mantenere l'impianto in vita servono tanti soldi e serve tanto carburante. E il carburante per gli inceneritori sono i rifiuti stessi. Invece di lavorare alla riduzione e al recupero di rifiuti e alla trasformazione in materie prime seconde, quello che si sta facendo a Roma è utilizzare i metodi più vecchi e antichi, cioè trasformare rifiuti in carburante. Questo, ovviamente, a discapito dell'ambiente e per non affrontare seriamente la questione ecologica e la questione climatica.

Cosa farebbe all'indomani delle elezioni, se vincesse lei?

Cosa farei? Andrei nella Asl più grande per vedere da vicino come si lavora, come si danno gli appuntamenti, quanto personale c'è, da chi dipende, quanto è sfruttato. e con le cittadine e i cittadini proverei a costruire una politica di partecipazione diretta per restituire loro la cosa pubblica. Non è una fantasia, in questo Paese è già accaduto in passato.

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