Regionali, Bonafoni: “D’Amato garanzia continuità con Zingaretti. Alla sinistra dico: non ci dividiamo”
Abbiamo due certezze a questo punto: non ci saranno le primarie e il candidato del centrosinistra è l'assessore uscente alla Sanità Alessio D'Amato. Che farà lei, e che farà il mondo che ha organizzato attorno all'ipotesi di una sua candidatura alle primarie?
Mancano due mesi alle elezioni del 12 febbraio nel Lazio, anche meno se consideriamo che in mezzo ci sono le feste di Natale. È tempo di partire con una campagna elettorale capace di riaccendere speranze e legami, in grado di parlare innanzitutto agli indecisi e agli sfiduciati. Quello degli astensionisti è il primo partito della Regione anche nei sondaggi, un elettorato silente ancora in grado di fare la differenza nelle urne. Pop ci sarà, nel campo progressista. Mettiamo a disposizione della lista civica del candidato il nostro percorso collettivo, femminista, ecologista e per la giustizia sociale.
Tanti elettori ed elettrici hanno sperato che il disastro del 25 settembre potesse essere archiviato a cominciare dalle regionali nel Lazio, dove il campo largo aveva funzionato alla prova del Governo. Ogni possibile spiraglio di intesa con il Movimento 5 Stelle è chiuso?
Il dibattito “Cinque Stelle sì/Cinque Stelle no” è stato archiviato da Giuseppe Conte in queste ore. Lo ha fatto con parole che non condivido. Ha detto che il Pd si è presentato con “un candidato già impacchettato”, ma il leader del M5S sa che in nome della prosecuzione del campo largo eravamo pronti ad azzerare i nomi e in ogni caso a tenere primarie aperte. Sempre Conte dice “il Pd si tenesse D’Amato e buona fortuna”, ma qui non si tratta di fortuna, si tratta di prendersi la responsabilità politica di rompere un’alleanza che – a detta delle stesse assessore del Movimento – stava funzionando. Si privilegia l’interesse particolare di una forza politica al bene comune dei cittadini e delle cittadine della seconda Regione d’Italia. In campagna elettorale lo spiegheremo con grande nettezza.
Se Conte sembra guardare più ai sondaggi nazionali che alle dinamiche locali, non ha paura di ritrovarsi in una coalizione spostata troppo a destra con il Terzo Polo che collabora con il Governo Meloni in parlamento?
Ogni elezione locale ha una storia a sé. A Roma Calenda e Renzi sono all'opposizione del centrosinistra, alla Regione Lazio governavano con il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle ed evidentemente vogliono continuare a farlo. Tutti sanno che io avrei preferito le primarie, ma alla si è trovata l'intesa su una figura che in questi anni a detta di amici e nemici ha gestito in maniera eccellente la pandemia, viene da sinistra ed è una garanzia di continuità con i dieci anni di amministrazione Zingaretti. D'Amato non è il candidato di Calenda, per essere chiari.
Sinistra Italiana ieri ha annunciato che non sosterrà D'Amato…
Il mio appello è alle forze ecologiste e della sinistra affinché restino in coalizione e si battano con noi per scrivere un programma radicale per il Lazio che vogliamo costruire. Forti del lavoro di questi dieci anni, consapevoli delle molte cose ancora da fare. Da qui può partire una risposta forte e chiara alle politiche reazionarie di questa destra: dalla regione possiamo dare una risposta seria e credibile alle 160 mila persone che oggi nel Lazio percepiscono il reddito di cittadinanza e tra poco se lo vedranno sottrarre in favore di politiche fiscali ingiuste. Possiamo costruire un’alternativa, uno strumento regionale di sostegno al reddito che impegni risorse di bilancio corrente insieme a risorse europee. Si può fare. Così come possiamo generalizzare le politiche sulla 194 già sperimentate in questi anni: cancelliamo l’obbrobrio dell’obiezione di coscienza di struttura, così come prevede la legge; mettiamo a disposizione la pillola del giorno dopo gratuitamente anche alle minorenni. Sulla conversione ecologica impegniamoci a promuovere una comunità energetica per ciascun comune del Lazio e sui migranti prepariamo la controffensiva alle chiusure di Salvini e Piantedosi promuovendo noi una rete di accoglienza diffusa nelle nostre città. Se ci muoveremo con politiche progressiste chiare poi anche il campo progressista tornerà, in aula. È già successo nella legislatura che si sta chiudendo.
In questo ultimo anno ha iniziato un percorso comune con Elly Schlein. Al Monk era seduta proprio al suo fianco nel momento più importante…
Alla sinistra serve una nuova radicalità, lo dimostra la passione che si è accesa domenica scorsa all’annuncio della candidatura di Elly Schlein alla segreteria nazionale del Pd. Concordo con la direttrice del manifesto Norma Rangeri “è stata una boccata d’ossigeno per una cultura di sinistra da tempo sepolta”. Per questo stiamo accompagnando la nascita di questo processo collettivo nuovo, capace di ricomporre il campo strappato dalle elezioni del 25 settembre. Scommettiamo su questa novità anche se la sfida è difficilissima. L’alternativa oggi resta l’ennesimo partito personale con un uomo solo al comando. No grazie.
Perché allora non entra nel Pd?
Il mio posto oggi è esattamente dove mi trovo, a confermare l'impegno profuso in questi anni con realtà civiche e sociali, con il terzo settore e le femministe, l'impegno a fare del "civismo" non la foglia di fico dei partiti in crisi ma un modello per riconquistare pezzi di società all'impegno politico e a sentirsi rappresentati. Una politica che sappia essere pragmaticamente radicale. Da questa ottica non possiamo essere indifferenti a quello che accade nel Pd, dove vale la pena sottolineare si discute, si vota, ci si confronta ed è l'unico partito dove questo ancora avviene. Non lo fa il M5S e troppo spesso non si fa neanche a sinistra dove prevalgono le logiche di auto conservazione.
Quali saranno le sue e le vostre prossime tappe?
In questi ultimi mesi con la vasta rete che Pop ha costruito e incrociato a Roma e nelle cinque province del Lazio abbiamo viaggiato con il “Tour dei desideri” e incontrato un mondo di sinistra, competente e attivo nei territori, pronto a mettersi in gioco generosamente per costruire il Lazio dei prossimi anni. Vogliamo presentarlo ad Alessio D’Amato e iniziare a correre con lui, perché la partita va giocata ancora tutta per non consegnare alla destra anche la Regione. L’appuntamento è per giovedì 15 dicembre alle 20, alla Falegnameria di via di Torre Branca 96.