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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, da Roma parte la mobilitazione: “Meloni toglie ai poveri per dare ai ricchi”

Un appello alla mobilitazione è stato firmato da Nonna Roma, Arci, Cgil, centri sociali e reti associative e sindacali. “Oggi nel nostro paese i 40 miliardari più ricchi detengono l’equivalente della ricchezza netta del 30% delle più povere e dei più poveri, ovvero di 18 milioni di persone adulte”.
A cura di Valerio Renzi
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Se il governo di destra destra prosegue la sua luna di miele con il paese è anche perché dall'altra le opposizioni hanno passato fino più tempo a fare polemica tra di loro che ha fare il loro mestiere, che dovrebbe essere quello di prendersela con il governo e non con il vicino di banco. La fine della lunga stagione congressuale del PD e l'elezione di Elly Schlein forse porterà un po' di ordine e nuovo slancio dopo mesi di inesauribili polemiche sulle alleanze e retroscena.

Ma non è solo l'opposizione parlamentare a essere in difficoltà: i primi sei mesi di governo Meloni non hanno visto neanche riempirsi le piazze. Ma qualcosa potrebbe cambiare, con una primavera se non calda almeno movimentata. I vertici sindacali discutono di una rinnovata stagione di conflittualità e scioperi, mentre lo smantellamento del reddito di cittadinanza apre nuovi fronti di mobilitazione. Proprio la questione sociale è stata la grande assente finora nell'opposizione al governo.

Da Roma è arrivato nelle scorse ore un appello per una mobilitazione nazionale. È promosso da Nonna Roma, che si occupa di sostegno alle povertà e disuguaglianze, assieme a diversi centri sociali, alle Camere del Lavoro Autonomo e Precario, alla Cgil e all'Arci, e tra gli altri A Buon Diritto di Luigi Manconi e Action Aid. Ci sono poi i Comitati in difesa del reddito di cittadinanza, che stanno già lavorando per organizzare i percettori che perderanno l'assegno mensile.

"In Italia sono circa 5,6 milioni coloro che vivono in povertà assoluta, ovvero che non riescono ad avere accesso a beni e servizi considerati essenziali; circa 9 milioni le persone in povertà relativa, che hanno lo stretto indispensabile per sopravvivere; circa 15 milioni le persone a rischio esclusione sociale. – si legge nel documento – Dati sulla povertà ai massimi storici, che conducono l’Italia ai primi posti delle classifiche europee per rischio di marginalità sociale".

Una situazione ulteriormente aggravata dalla pandemia e ora dalla crisi energetica e all'inflazione provocate dalla guerra, tanto che anche chi ha un lavoro e non solo chi non ce l'ha è in difficoltà, e provocando l'acuirsi ulteriori delle disuguaglianze: "Dal 2020 il reddito da lavoro è tornato a ridursi, a differenza di quello delle fasce più alte: oggi nel nostro paese i 40 miliardari più ricchi detengono l’equivalente della ricchezza netta del 30% delle più povere e dei più poveri, ovvero di 18 milioni di persone adulte".

E ora che non ci sarà più il reddito di cittadinanza? Ora la paura è che a farne le spese saranno gli ultimi ma anche chi sta solo attraversando un momento di difficoltà o estrema precarietà. L'idea di togliere il reddito di cittadinanza, sostituendolo con una misura molto parziale come la Mia misura molto parziale come la Mia presentata in questi giorni, è secondo gli organizzatori quella di "togliere ai poveri per dare ai ricchi". L'appuntamento al momento è il 25 marzo per un'assemblea online che almeno nelle intenzioni dovrebbe portare alla definizione di un percorso comune di mobilitazione e a riempire le piazze fisicamente, a partire da poche parole d'ordine ma molte chiare. Per una volta insomma cercare il minimo comune denominatore più che le differenze, intercettando il malessere e l'insofferenza che vivono nelle periferie delle città e del Paese.

E la politica? Per ora sta alla finestra. L'idea di una mobilitazione ampia sul tema del reddito era nata proprio da un confronto a cui proprio Nonna Roma aveva invitato le forze di centrosinistra. Nella sede nazionale dell'Arci si erano confrontati con molte della associazioni firmatarie e con la Cgil. Elly Schlein (fresca di discesa in campo alle primarie), il capogruppo alla Camera del M5S Francesco Silvestri e Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana. I partiti, questa è la suggestione, potrebbero rimanere un passo indietro senza mettere il "cappello" alla mobilitazione come si dice in gergo, ma sostenendone le ragioni come accaduto per il corteo contro la guerra dello scorso novembre.

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