Rapina da 3 milioni alla poetessa Gemma Bracco: l’incredibile fortuna del ladro, fermato e rilasciato

Tre milioni di euro tra pietre preziose e oro sottratti alla poetessa Gemma Bracco. Il rapinatore è stato fermato dalle forze dell'ordine, ma è ancora caccia ai suoi eventuali complici. Un dettaglio emerso dalle indagini è particolarmente interessante: il malvivente ha avuto due incredibili colpi di fortuna prima di essere identificato. Il primo è avvenuto a Fiumicino, dove è stato fermato a un posto di blocco mentre era in auto con la fidanzata, ma i poliziotti lo hanno lasciato andare. Il secondo è ancora più sconvolgente: nella fuga dopo il furto in casa della poetessa, ha lasciato cadere alcune monete antiche che facevano parte del bottino. Il portiere di casa Bracco lo ha inseguito, non pensando che fosse un ladro, ma soltanto per riconsegnargli le monete. Nonostante ciò, l'uomo, un 35enne napoletano con precedenti per truffa, è stato arrestato e ora si trova in carcere con l'accusa di rapina aggravata.
La truffa e la rapina a Gemma Bracco
La vittima del raggiro è Gemma Bracco, 80 anni, poetessa, moglie di Paolo Baratta, ex ministro dell'Ambiente, del Commercio con l'Estero, dei Lavori Pubblici, del Riordino delle partecipazioni statali e presidente, dal 1998 al 2001, della Biennale di Venezia. Il truffatore ha fatto credere alla donna che la figlia era in stato di fermo perché aveva investito una persona (un classico delle truffe telefoniche). E così si è fatto consegnare una somma di 6.500 euro in contanti. Il rapinatore si è poi recato a casa sua, l'ha minacciata e si è fatto dare tutto il contenuto della cassaforte, circa 3 milioni di euro tra lingotti d'oro, pietre preziose e contanti.
Il truffatore è stato inchiodato dalle registrazioni effettuate dall'impianto di videosorveglianza e dall'analisi dei tabulati telefonici che hanno permesso di rintracciare il telefono utilizzato per la truffa. Indagini ancora in corso, come anticipato, per individuare gli altri complici.