Rapimento Danilo Valeri, i Marando di San Basilio: “Ci dispiace per il ragazzo, non siamo stati noi”
"I miei assistiti non c'entrano nulla con la vicenda. Non appena hanno letto il loro nome sui giornali mi hanno chiamato increduli. Sono tutti in carcere, e non hanno niente a che fare con il sequestro di quel ragazzo". A parlare a Fanpage.it è Alessandro Bavaro dello studio legale Bavaro – Femia – Murdolo, avvocato che da anni assiste i Marando.
Il nome della ‘ndrina calabrese trapiantata da anni a Roma, e che gestiva una grossa fetta dello spaccio di cocaina a San Basilio, è tornato a farsi sentire oggi in relazione al rapimento di Danilo Valeri, figlio di un boss della zona. Tra le ipotesi, che il sequestro potesse essere stato ordinato da qualche rivale del padre. Ma i Marando di San Basilio negano con forza di c'entrare qualcosa con quanto accaduto questa notte: "Mi ha chiamato il mio assistito, dicendo che gli dispiace molto per il ragazzo, lo conosce anche di vista, ma che non c'è nessun bisogno di accostare il loro nome alla vicenda. Anche perché i Marando di San Basilio sono tre: due sono in carcere e uno ai domiciliari, stanno già avendo molti problemi e con questa storia non hanno nulla a che vedere".
Sul rapimento di Danilo Valeri indaga la Direzione distrettuale antimafia, che ha aperto un fascicolo per sequestro di persona. Del ragazzo non si hanno notizie da ieri sera, quando è stato costretto a entrare con la forza in una macchina e portato via di peso. Il suo cellulare è stato trovato la mattina seguente, l'ultima cellula agganciata è quella dove è avvenuto il blitz. Gli agenti della Squadra Mobile hanno sentito la famiglia e ascoltato i testimoni che hanno assistito alla scena. Sono state acquisite le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, in modo da cercare di risalire più velocemente possibile agli autori del sequestro.