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Ramadan a Roma, Zeinab Ismail è la prima e unica donna in Italia ed Europa a capo di una moschea

Fanpage.it ha intervistato Zeinab Ismail, la prima e unica donna in Italia ed Europa a presidere il Consiglio d’amministrazione di una moschea. L’abbiamo incontrata nella moschea Al Huda a Centocelle, punto di riferimento della comunità islamica, che si appresta ad iniziare il Ramadan.
A cura di Alessia Rabbai
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Zeinab Ismail
Zeinab Ismail

Zeinab Ismail è la prima e l'unica donna in Italia ed Europa a presiedere il Consiglio di amministrazione di una moschea. Fanpage.it l'ha incontrata nella moschea Al Huda che significa "La retta via", nel quartiere Centocelle, un punto di riferimento per la comunità islamica romana e un importante luogo di aggregazione religiosa e sociale. Una donna caparbia e coraggiosa, prima ancora di parlarci si capisce subito dall'intensità dello sguardo e dalla stretta di mano decisa. La comunità islamica romana è dislocata un po' in tutti i quartieri, ma principalmente si concentra a Centocelle, via Prenestina, Casilina, Torpignattara, viale Palmiro Togliatti, viale Marconi, Laurentina ed altre.

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Che importanza ha il fatto che lei sia l'unica donna a presiedere il Consiglio d'amministrazione di una moschea?

La mia esperienza mostra concretamente al mondo che l'Islam non impedisce alle donne di ricoprire ruoli di primo piano e di responsabilità. La donna non riveste, come da stereotipi, un ruolo secondario rispetto all'uomo. Ma questa non è una novità, ciò accadeva anche al tempo del profeta Muhammad (Pbls) in cui la donna ha avuto un ruolo fondamentale nella sua vita. Sono fiera del ruolo che ricopro, ma amministrare una moschea è una cosa da fare insieme. Sono stata eletta dall'assemblea generale dell'associazione, composta per la maggior parte da uomini e da alcune donne. L'assemblea ha trovato nella mia persona le caratteristiche che l'hanno spinta ad eleggermi e ad affidarmi questo ruolo importante.

Che percorso ha fatto e di cosa si occupa esattamente?

Mi sono laureata in Giurisprudenza in Egitto. Mio padre, data la mia personalità forte e determinata, credeva che diventassi un'ufficiale della polizia. Sono arrivata in Italia e oggi mi occupo proprio di presiedere il Consiglio di amministrazione della moschea Al Huda, un ruolo distinto e diverso da quello dell'Imam, che è l'unica figura alla quale spetta il ruolo della preghiera. La dedizione e passione che metto in tutto ciò che faccio sono caratteristiche della mia personalità che mi hanno fatta arrivare dove sono ora per il ruolo che ricopro. In moschea non si prega e basta ma ci sono tantissime attività da fare con costanza e impegno e incontri istituzionali ai quali partecipare.

La sua figura è importante anche per l'impegno con il quale promuove la pace tra i popoli…

Il mio impegno per promuovere la pace è una caratteristica fondamentale dell'Islam. Rispetto a quanto sta accadendo a Gaza, i musulmani vogliono la pace, ma va costruita insieme. Oggi purtroppo vediamo che il mondo davanti al genocidio in corso non fa nulla, ma resta a guardare. Con la mosche Al Huda organizziamo incontri per la pace, anche insieme alla parrocchia di San Felice, come ad esempio abbiamo già fatto per il conflitto tra Russia e Ucraina.

Come sta vivendo la guerra la comunità islamica di Roma e come sarà questo Ramadan?

Il mese di Ramadan è periodo di gioia per i musulmani, che lo vivono sereni, ma con la guerra in corso saremo molto tristi, pensando a tutte le persone che stanno morendo. Quello che sta succedendo a Gaza ha scosso non solo la comunità islamica ma tutto il mondo, non solo perché siamo musulmani ma perché si sta vivendo una vera tragedia, un massacro un grande fallimento a livello di vavori. Adulti e bambini stanno morendo sotto alle bombe e di fame davanti al mondo, che resta a guardare e noi ci sentiamo impotenti.

La parte della moschea Al Huda dedicata alla preghiera degli uomini
La parte della moschea Al Huda dedicata alla preghiera degli uomini

Qual è il vero significato del Ramadan e come lo spieghereste ad una persona che non lo conosce?

Astenersi dal mangiare e dal bere durante il digiuno ci insegna ad essere pazienti, ma ha anche una forte valenza sociale, ossia di sentirci più vicini a poveri e affamati. Questo dal nostro punto di vista rafforza molto l'aspetto umano della persona e la rende più vicina ai bisogni degli altri. Ci si astiene anche dai litigi, per evitare di fare del male agli altri. Con il digiuno si rafforza il rapporto con Allah (Swt), è un atto di obbedienza a Dio attraverso il quale il fedele gli dedica tutte le cose che sta facendo. Non tutti però digiunano, ci sono delle deroghe come i malati, le donne incinte o che allattano o chi ha altre difficoltà. A seconda del caso possono non digiunare e recuperare successivamente i giorni di digiuno non fatti oppure in altri casi, per ogni giorno di digiuno non fatto, sostituirlo sfamando un povero.

Quali attività si fanno in moschea durante il mese di Ramadan?

Oltre alle preghiere specifiche notturne, come ad esempio il Tarawih, sono in programma varie attività, come lezioni per musulmani e non, gare di Corano per bambini e per adulti. Le attività che organizziamo oltre che alla preghiera hanno come obiettivo quello di far vivere alla comunità islamica il più pienamente possibile l'atmosfera di questo sacro mese, quasi come se i fedeli fossero nel loro Paese d'orgine, dov'è coinvolta tutta la società. Da quattro anni organizziamo durante l'ultima settimana di Ramadan insieme alla parrocchia di San Felice l'Iftar, ossia la rottura del digiuno al tramonto alla quale partecipano centinaia di persone provenienti dal quartiere e da fuori, preparando il cibo e mangiando in piazza per condividere con i fratelli cristiani questo momento di convivialità e di gioia. Un atto di fratellanza e di convivenza, perché pensiamo che persone di culture diverse, a prescindere dalla religione, possono convivere insieme, avere uno scambio che arricchisce e condividere tantissime cose, come appunto il cibo.

La moschea Al Huda di Centocelle è un importante centro di aggregazione…

Sì, la nostra moschea svolge un ruolo centrale per la comunità islamica. Aiutiamo da anni le famiglie in difficoltà economica con la raccolta e distrubuzione di cibo. Ogni sera di Ramadan si spezza il digiuno in moschea con 350 pasti. La moschea è inoltre un punto di riferimento dove trovare informazioni se ci si deve ad esempio recare nei Paesi islamici, su avvocati per assistenza legale e  vari tipi di supporto per necessità amministrative, sanitarie, di alloggio. Sempre in moschea organizziamo anche altre attività rivolte alle famiglie, come il doposcuola sabato e domenica con oltre 400 alunni iscritti per aiutare i bambini a mantenere anche la loro identità culturale e religiosa pur crescendo in Italia. Oltre alle attività che si fanno nella società i rapporti con le parrocchie, le associazioni religiose o non religiose come associazioni, scuole, università e istituzioni, cerchiamo di essere presenti nella vita sociale con un rapporto di dialogo.

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