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Raggi caccia i giostrai di San Basilio ma non dà alternative: “Assurdo sgombero durante pandemia”

Insorgono i sindacati e le associazioni di quartiere, al fianco dei giostrai che entro la fine del mese devono lasciare il campo. Il Comune di Roma ha inviato la lettera di sgombero alle famiglie, ma non ha fornito nessuna alternativa. Il rischio è che le 75 persone del campo finiscano in mezza a una strada o in quartieri dove non li conoscono, cosa che potrebbe causare problemi.
A cura di Redazione Roma
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Una lettera perentoria, una missiva da parte del Comune di Roma che impone ai giostrai di San Basilio di andarsene da lì entro 5 giorni. Sono 75 le persone che abitano nel campo nomadi del quartiere, che esiste da 31 anni. In questi tre decenni non c'è mai stato un problema né una lamentela, eppure la sindaca Virginia Raggi si è intestardita sulla vicenda, decidendo di cacciare le famiglie. Il tutto senza offrire una soluzione alternativa. Dove devono andare queste persone? L'unica alternativa è in mezzo a una strada, ed è molto probabile che al Comune di Roma questa opzione non vada bene. Le persone però non scompaiono con una lettera: e i giostrai di San Basilio, supportati dal sindacato e dalle associazioni di quartiere, hanno deciso di denunciare pubblicamente quanto avvenuto.

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Lo sgombero del campo durante la pandemia

Clemente abita nel campo nomadi di San Basilio da 26 anni. Originario di Brescia, ha quattro figli, due nati a Roma e due a Caserta. Cresciuti nel quartiere, sono tra quelli che hanno ricevuto la lettera di sgombero della sindaca. "Possiamo anche andare via, ma ci devono dare un altro posto. Non possiamo andare così in altre zone, bisogna vedere pure se la gente ci vuole". Walter Tanoni è il vicepresidente di Opera Nomadi: "Sono persone tranquille – spiega a Fanpage.it – Non fanno fuochi, non rubano, sono tutti cittadini italiani. Questo sgombero è assurdo: siamo in emergenza da sempre, oltre alla pandemia che ha colpito tutti e anche il campo. Cinque nuclei familiari sono in quarantena".

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La lettera a Raggi: "Serve un'alternativa"

Anche Michele Giglio del sindacato Asia Usb è dalla parte delle famiglie. "Non c'è mai stato nessun tipo di problema. È assurdo che dopo 31 anni il Comune di Roma decida di cacciare queste persone e non dare loro una soluzione, oltretutto in un periodo di pandemia. Non capiamo la testardaggine di questa amministrazione che si è rivolta a un magistrato e decide di cacciarle via senza dare una soluzione. Andranno in mezzo a una strada. In qualsiasi quartiere arriveranno, dove non sono conosciuti, saranno visti come invasori e ci saranno problemi". "Chiediamo alla sindaca Raggi, di offrire un'alternativa – conclude Tanoni – Siamo disposti a spostarci ma dobbiamo trovare prima un'area dove ci sia acqua, luce e gli scarichi. Oppure come abbiamo già richiesto 18 mesi, chiediamo di avere un alloggio popolare".

Simona Berterame

Natascia Grbic

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