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Ragazzina denuncia gli abusi del padre in un tema: “Veniva da me di notte pensando che dormissi”

L’uomo è stato condannato a cinque anni di carcere per violenza sessuale. Il fratello della 13enne ha confermato il suo racconto, contribuendo a far incastrare il padre.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo è stato condannato a cinque anni di carcere con l'accusa di violenza sessuale aggravata e al pagamento di un risarcimento danni da 20mila euro. Vittima del 45enne, la figlia che all'epoca dei fatti aveva tredici anni. L'uomo è stato incastrato non solo dalla testimonianza della ragazzina, ma anche da quella del fratello. E, nonostante abbia detto di non aver mai toccato la figlia, il giudice non gli ha creduto. E lo ha condannato.

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, la ragazzina ha fatto emergere cosa accadeva in famiglia in un tema. "Quella notte era strana, io sentivo e vedevo tutto e solo al pensarci mi viene da dire: ma era veramente mio padre", aveva scritto nel compito in classe, poi letto dalla professore. Era il dicembre 2019, e a partire da quelle parole sono cominciate subito le indagini a carico del genitore.

La 13enne ha raccontato che una notte il padre è entrato nella sua stanza e, pensando che dormisse, le ha preso una mano e se l'è messa sui genitali. "Ho toccato con il mignolo le sue parti intime, ho temuto che potesse succedere altro. Sono stata ferma, non mi sono mossa, per fingere di dormire – le parole riportate dal quotidiano romano – aveva la mano sopra la mia e mi faceva il gesto, mi sono voltata dall’altra parte e lui ha capito che ero sveglia ed è andato via".

L'uomo sarebbe stato violento anche nei confronti della moglie, picchiata più volte. "Quando litigano e lui vuole picchiarla ci sono sempre di mezzo io – si legge ancora nel tema – mi prendo le botte per loro, ma non importa, preferisco fare da scudo a mamma perché lui, una volta, mi ha detto che l’avrebbe uccisa".

A confermare il racconto della ragazza, il fratello, che ha riferito come il padre quella sera stesse facendo avanti e indietro tra le stanze per controllare che tutti stessero dormendo. "Dormivamo sempre con le porte aperte, ma ad un certo punto ho sentito la porta di mia sorella chiudersi", ha detto il ragazzo.

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