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Rachele Mussolini e il vecchio post sul 25 Aprile: “Una leggerezza, sono stata ingenua”

“E’ stata una leggerezza da parte mia, perché quando si scrive un post del genere bisogna pensarci cento volte, un post che poi rimossi e che venne strumentalizzato, messo su un sito in cui stavo a testa in giù con qualsiasi tipo di turpiloquio e commento”, si giustificata Rachele Mussolini, la candidata consigliera più votata alle elezioni di Roma.
A cura di Enrico Tata
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Rachele Mussolini, figlia di Romano, sorellastra di Alessandra e nipote di Benito, è stata la candidata consigliera capitolina che ha conquistato più preferenze, oltre 8mila. In un post pubblicato due anni fa su Facebook, ha mostrato un cartello in cui scriveva che il 25 aprile avrebbe festeggiato soltanto San Marco (nome del suo ex marito) e non la festa della Liberazione dal nazifascismo.

Mussolini: "Foto vecchia, ma ho sbagliato, sono stata ingenua"

"Quella è una foto vecchia, riguarda il passato anche se capisco che tutto viene strumentalizzato. Ho sbagliato, l’ho fatto in maniera ingenua ma aveva un significato personale perché il papà delle mie figlie, il mio ex marito, si chiama Marco e ci siamo messi insieme il 25 aprile. In più forse era una provocazione, perché non si è mai arrivati ad una pacificazione nazionale”, si è giustificata Mussolini a Repubblica. "E' stata una leggerezza da parte mia, perché quando si scrive un post del genere bisogna pensarci cento volte, un post che poi rimossi e che venne strumentalizzato, messo su un sito in cui stavo a testa in giù con qualsiasi tipo di turpiloquio e commento”, ha detto ancora. "Il 25 non festeggio per una questione familiare prima ancora che politica e mi pare ovvio. Ma non condanno e non giudico chi va in piazza. Sono già tre anni che posto su Facebook gli auguri per S. Marco e non era mai successa una cosa simile", aveva spiegato invece Mussolini due anni fa.

Le altre dichiarazioni sul 25 Aprile

Sempre sul 25 Aprile, l'esponente di Fratelli d'Italia commentò anche la proposta dell'Anpi di intonare Bella Ciao dalle finestre durante il lockdown: "Il Paese piange: la gente è disperata. E rischiamo una rivolta sociale. C’è ben poco da cantare. Piuttosto rimbocchiamoci le maniche. L’Italia è stata travolta dallo tsunami coronavirus. Un anniversario sottotono sarebbe stato più opportuno. Rispetto chi ha voglia di festeggiare le ricorrenze di tutte la parti politiche. Ma, per favore, senza morti di Serie A e di serie B. Mi è salito il sangue al cervello quando ho ascoltato la notizia della proposta. Se si vuole lanciare un messaggio unitario allora cantiamo l’inno di Mameli. Non Bella ciao”.

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