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Quattordicenne contrae l’epatite B dopo una trasfusione di sangue: condannato il Ministero della Salute

Il Tribunale ha condannato il Ministero della Salute per il caso di una paziente all’epoca dei fatti 14enne, contagiata dall’epatite B dopo trasfusioni con sacche di sangue infetto. Il ricovero nel 1981, la sentenza il 18 settembre scorso.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Ha contratto l'Epatite B dopo essersi sottoposta a trasfusioni con sangue infetto all'ospedale San Giuseppe di Marino ai Castelli Romani e la sua vita è cambiata. È successo ad una donna del posto, quattordicenne al momento del ricovero. I fatti risalgono al maggio del 1981 ma mercoledì 18 settembre scorso il Tribunale di Foggia ha condannato il Ministero della Salute.

Secondo quanto ricostruito in sede processuale la quattordicenne è stata sottoposta a trasfusioni con diverse sacche di sangue all'ospedale di Marino, colta da un evento acuto di anemia emorragica. A marzo del 2018, a distanza di trentatré anni dalle trasfusioni la donna ha scoperto di aver contratto l'epatite B. A rivelarlo sono state le analisi di sangue, un controllo di routine dal quale sono emersi valori anomali delle transaminasi del fegato. I medici a quel punto hanno temuto che che il fegato della paziente potesse andare in necrosi e l'hanno sottoposta a test per cercare la presenza di virus epatici.

Dagli accertamenti approfonditi è emerso che la donna era affetta da un'epatite B irreversibile in stato avanzato e che, a differenza dell'epatite C curabile con farmaci di ultima generazione capaci di eradicare il virus, non c'è ancora una cura eradicante. La donna, domandandosi come avesse potuto contrarla, ha ripensato alle trasfusioni che aveva ricevuto da adolescente, sangue appunto infetto. Il suo avvocato Renato Mattarelli ha richiesto la cartella clinica con le annotazioni delle trasfusioni e ha chiesto al Ministero della Salute del risarcimento dei danni e lo speciale indennizzo previsto dalla legge per i soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue e vaccinazioni.

"Dopo diversi rifiuti amministrativi dell'Asl e del Ministero della Salute e una battaglia legale iniziata nel 2020 abbiamo chiesto e ottenuto dal Tribunale di Foggia il riconoscimento dell'indennizzo a vita di 1.700 euro bimestrali oltre agli arretrati di circa 40mila euro – commenta l'avvocato Mattarelli – Questa prima vittoria sarà il punto di partenza per far ottenere alla mia assistita, l'integrale risarcimento dei danni che non sono di certo compresi nell'assegno mensile ottenuto. La donna infatti, a seguito della consapevolezza del contagio è caduta in una grave depressione reattiva che le impedisce di lavorare e di vivere una vita serena, condizionata dai continui controlli di monitoraggio di eventuali aggravamenti dell'epatite B".

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