Quando una cosa funziona a Roma viene chiusa: da 2 anni inaccessibili i bunker di Savoia e Mussolini
Nonostante il grande successo di pubblico riscontrato, con il tutto esaurito alle visite guidate e la fila delle scolaresche, i bunker di Benito Mussolini e della famiglia Savoia a Villa Torlonia e Villa Ada sono ancora chiusi. Sono passati due anni e ancora non c’è una data di riapertura, mentre le associazioni che si sono fatte carico di gestire la fruizione al pubblico e di rendere accessibili le strutture non ricevono risposte.
Negli ultimi due anni Fanpage.it ha denunciato più volte come, dopo la scadenza del bando, nonostante il già ricordato apprezzamento per il recupero e la fruibilità di due siti storici che raccontano una pagina importante della storia italiana, nessuno si è più occupato di renderli accessibili. Oggi sono passati due anni esatti dalla chiusura e ancora non c’è una data per la riapertura. E il Campidoglio tace.
“Il bando è quasi pronto e a breve verrà pubblicato”. Così scriveva la Sovrintendenza Capitolina a marzo 2021, promettendo tempi rapidi per il rinnovo della gestione – affidata ad associazioni del terzo settore. “Si trattava delle uniche vestigia del periodo bellico visitabili a Roma, protagoniste di un'inedita e virtuosa esperienza di collaborazione tra istituzioni pubbliche e privato culturale che aveva avuto un grande successo, con migliaia di visitatori. Ma ora sono passati invano due anni e del bando si è persa ogni traccia”, spiega Lorenzo Grassi, Coordinatore del Network Italiano Bunker e Rifugi Antiaerei (Nibra), a Fanpage.it.
Ora le strutture faticosamente recuperate rischiano di tornare a deteriorarsi rendendo inutile il lavoro fatto. "Il fatto che i bunker di Villa Ada e Villa Torlonia vengano lasciati così a lungo nell'incuria – tra l'altro a rischio di possibili vandalismi e di danni per l'assenza di manutenzione – è ancor più inspiegabile se si considera che al Campidoglio sarebbe bastato riproporre il bando (senza oneri per l'amministrazione) già adottato due volte . – spiega ancora Grassi – Ci auguriamo allora che il bando venga pubblicato senza ulteriori indugi, permettendo di riaprire al pubblico questi importanti luoghi della memoria”.
Abbiamo chiesto ulteriori delucidazioni alla Sovrintendenza dopo l’ultimo sollecito di qualche mese fa. Non abbiamo ricevuto risposta. Intanto i bunker restano chiusi.