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Quando Roma ha deciso di rimuovere due graffiti di Keith Haring, cancellando un tesoro

Il lavoro dello street-artist Keith Haring è presente in tutto il mondo. Lo era anche a Roma, fino a quando i due graffiti al Palazzo delle Esposizioni e quello della Metro A tra Flaminio e Lepanto vennero rimossi dalle amministrazioni. La Capitale ha letteralmente cancellato i suoi due murales.
A cura di Tommaso Franchi
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Foto di: Stefano Fontebasso De Martin
Foto di: Stefano Fontebasso De Martin

Keith Haring è stato uno degli artisti di strada più influenti del XX secolo, con i suoi graffiti e i suoi murales sparsi in tutto il mondo. Haring – scomparso il 16 febbraio 1990 – considerava i disegni sulla tela come quelli più robusti e duraturi, ma per il writer americano la vera vita artistica doveva necessariamente passare tra i muri delle case, per poter diffondere l'arte in ogni luogo possibile. Tracce del lavoro dello street artist possono trovarsi a New York, Barcellona e Londra, passando per Pisa e Venezia. I suoi graffiti sono presenti in mezzo mondo, tranne che a Roma, dove in passato era possibile ammirare due delle sue opere. Purtroppo però Keith Haring non aveva torto quando affermava che i disegni sulla tela fossero più duraturi, sicuramente ben più dei murales. Purtroppo Roma ha deciso di cancellare letteralmente il passaggio di Haring nella Città Eterna, con la rimozione delle opere. In passato vennero infatti rimossi sia i graffiti sulla facciata laterale del Palazzo delle Esposizioni che quelli sulle pareti trasparenti lungo il tratto Flaminio-Lepanto della metro A di Roma.

Foto di: Stefano Fontebasso De Martin
Foto di: Stefano Fontebasso De Martin

I due graffiti di Keith Haring cancellati a Roma

La scelta di rimuovere il primo murales venne presa nel 1992 dall'allora sindaco Franco Carraro, che decise "ripulire" le mura del Palazzo delle Esposizioni per non fare brutta figura con Michail Gorbacev, l'ex presidente sovietico in visita nella Città Eterna. A seguito di questo gesto ci furono aspre critiche da parte dei cittadini e dei colleghi dell'artista, ma le altre amministrazioni non impararono la lezione. Nel 2001, circa dieci anni dopo la morte di Haring, viene cancellato un altro murales, quello realizzato sulle pareti trasparenti del Ponte del Tevere, azzerando così i segni del passaggio dell'artista statunitense.

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