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Quali straordinari resti archeologici sono stati trovati a piazza Pia e perché il cantiere è fermo

Tra mosaici e altri resti romani, cosa hanno trovato gli archeologi nel sottosuolo del cantiere per realizzare il sottopasso di piazza Pia. Cos’è la fullonica e a cosa serviva.
A cura di Enrico Tata
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Il sindaco Gualtieri ha promesso che i lavori per la realizzazione del sottopasso al cantiere di piazza Pia riprenderanno intorno al 25 giugno. In soli dieci giorni i reperti archeologici ritrovati saranno smontati e rimontati nei giardini di Castel Sant'Angelo. E così i lavori, secondo il primo cittadino, saranno terminati entro l'inizio del Giubileo.

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Cos'è la fullonica trovata durante gli scavi a Porta Pia

Ma cosa hanno trovato gli archeologi durante gli scavi realizzati a pochi passi dal fiume Tevere e dal mausoleo di Adriano (oggi Castel Sant'Angelo)?. È stata rinvenuta un'antica fullonica di epoca romana. Cioè una ‘lavanderia', risalente alla metà del II secolo dopo Cristo e quindi coeva al regno dell'imperatore Adriano, che morì nel 138 dopo Cristo. Si tratta di un'area estesa oltre 500 metri quadrati ed era molto probabilmente una lavanderia utilizzata dalle ville patrizie presenti in zona.

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A cosa serviva l'antica lavanderia

L'area dove sono realizzati gli scavi era occupata infatti dalle residenze imperiali suburbane, i cosiddetti Horti Imperiali. In particolare gli Horti Agrippinae, la villa risalente al I secolo dopo Cristo di Giulia Agrippina, madre di Caligola, e gli Horti Domitiae, di Domizia Longina, nipote dell'ultima moglie di Caligola e sposa dell'imperatore Domiziano.

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Queste lussuose residenze lambivano la riva destra del Tevere e si affacciavano sul corso d'acqua con portici, passeggiate e lussureggianti giardini. Probabilmente questa fullonica era utilizzata come lavanderia dalle ville sul fiume. Probabilmente, ha ipotizzato il sindaco Gualtieri, anche le toghe dell'imperatore Adriano o di qualche altro imperatore venivano lavate in quella fullonica.

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Secondo quanto riportato dall'agenzia Agi, i resti di questa antica lavanderia si trovano a circa tre metri e mezzo sotto il livello dell'attuale cantiere. Per completare il sottopasso occorrerà scendere fino a otto metri, ma certamente non ci saranno altre sorprese perché a quella profondità si parla di "terra vergine archeologica".

"L’archeologia di emergenza per la realizzazione del sottopasso di piazza Pia deve in ogni caso tutelare ritrovamenti e scoperte. In questo caso la conservazione dei reperti attraverso la loro delocalizzazione deve portare anche a una valorizzazione: la Soprintendenza ha proposto di ricollocarli a Castel Sant’Angelo, in antico il sepolcro di Adriano costruito negli Horti di Domitia il contesto dove le strutture ritrovate probabilmente sorgevano in origine",  ha spiegato la Soprintendente Speciale di Roma, Daniela Porro. 

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