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Punisce una bimba facendola stare seduta da sola su una sedia: maestra d’asilo condannata

Per il giudice ha abusato di mezzi di correzione una maestra d’asilo, che ha condannato a due mesi di reclusione con sospensione della pena e non menzione. Ha fatto sedere da sola una bimba di 2 anni e mezzo su una sedia.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Due mesi di reclusione con sospensione della pena e non menzione. È quanto stabilito dal giudice nei confronti di una maestra d'asilo, condannata per abuso di mezzi di correzione nei confronti di una bimba di due anni e mezzo. L'avrebbe costretta a stare seduta su una sedia da sola, per farla riflettere, perché non si era comportata bene. Si tratterebbe della "sedia del pensiero" un metodo montessoriano, che prevede di spiegare ad un bambino cosa non fare o cosa ha sbagliato di un determinato comportamento, e farlo rimanere a riflettere per un po' da solo su una sedia, lontano dagli adulti e dagli altri bambini.

Per il giudice c'è abuso di mezzi di correzione

Un'azione quella compiuta dalla maestra nei confronti della bambina, che per il giudice è riconducibile ad un abuso di mezzi di correzione. L'imputata, educatrice e psicologa, titolare di una struttura privata del capoluogo, è difesa dall’avvocato Marco Valerio Mazzatosta. I genitori della bambina si sono costituiti parte civile con l’avvocato Luca Mecarini, il giudice ha riconosciuto loro una provvisionale di duemila euro ciascuno e il diritto a un risarcimento dei danni da quantificare in sede civile.

La bimba avrebbe dovuto essere seguita con un progetto specifico

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini e in sede processuale la maestra ha spiegato alla bimba, che ancora non parlava, che non si era comportata bene e le ha detto che sarebbe dovuta rimanere seduta da sola a riflettere su quanto accaduto. A confermare che ciò è accaduto sono state le altre operatrici dell'asilo.

L'episodio come racconta la testata locale Tuscia Web, è venuto alla luce dopo la denuncia fatta sette anni fa dai genitori di una bambina con delle fragilità certificate nel 2017 all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La piccola avrebbe dovuto essere seguita con un progetto specifico, ma la maestra ha usato metodi che i genitori prima e il giudice poi, hanno ritenuto non consoni.

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