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Pugni in pancia e spray spruzzato in bocca alla compagna per farla abortire: arrestato 50enne

L’ennesima violenza contro le donne a Roma, dove un uomo di cinquant’anni è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato con le accuse di lesioni, minacce, atti persecutori e stalking.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio (Fonte Getty Images)
Immagine di repertorio (Fonte Getty Images)

Un uomo di cinquant'anni è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato per aver picchiato, minacciato di morte e cercato di far abortire con metodi che rasentano la tortura, la compagna al sesto mese di gravidanza. L'uomo, che ora è recluso nel carcere romano di Regina Coeli, è accusato di lesioni, minacce, atti persecutori e stalking. A denunciarlo è stata proprio la compagna, una 30enne residente al Prenestino, che si è rivolta sia agli agenti della Polizia di Stato sia a un centro antiviolenza di Torre Spaccata.

Da anni la donna era costretta a sopportare le violenze fisiche e psicologiche del compagno, un uomo di cinquant'anni che passava la sua giornata a perseguitarla. Le cose erano peggiorate da quando lei era rimasta incinta: le botte erano aumentate, lui cercava in tutti i modi di farla abortire prendendola a calci e pugni sulla pancia, e in un'occasione aveva tentato di soffocarla spruzzandole in bocca il deodorante spray. "Tanto sto ragazzino non lo metterai mai alla luce perché te lo faccio perdere", le urlava, picchiandola e impedendole di respirare. Secondo quanto appreso dall'agenzia LaPresse, quando lei usciva di casa lui la inseguiva, dicendole frasi come "con me non avrai mai pace, al parto non ci arrivi, troverò una persona che ti sparerà alle gambe". A causa delle violenze, la donna è anche finita in ospedale, dove le sono stati refertati tutti gli abusi subiti dal compagno.

Dopo l'ennesima violenza, la 30enne ha deciso di denunciare il compagno alla Polizia. Non c'è voluto molto per gli investigatori a ricostruire l'accaduto e a raccogliere i gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell'uomo. Che, adesso, si trova in carcere, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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