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News sull'incidente a Roma tra Lamborghini e Smart

Psichiatri dopo l’incidente di Casal Palocco: “Sui social le azioni più rischiose diventano normali”

“Molti giovani cercano la gratificazione con visualizzazioni, like, commenti e condivisioni: prendono la vita come un gioco”, ha dichiarato in una nota Enrico Zanalda, il presidente della Società italiana di Psichiatria Forense.
A cura di Beatrice Tominic
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L'immagine dell'incidente a destra, a sinistra il frame di un video su Tik Tok in cui uno degli youtuber presentava la Lamborghini, qualche ora prima dello scontro con la Smart.
L'immagine dell'incidente a destra, a sinistra il frame di un video su Tik Tok in cui uno degli youtuber presentava la Lamborghini, qualche ora prima dello scontro con la Smart.
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"La presenza diffusa di comportamenti rischiosi sui social media, porta anche all'effetto di normalizzazione, dove tali azioni appaiono più accettabili o normali a causa della loro esposizione frequente. Ciò può influenzare la percezione delle persone sulla gravità o sulle conseguenze di determinati comportamenti pericolosi, favorendo una maggiore tolleranza o partecipazione".

Lo ha dichiarato il presidente della Società italiana di Psichiatria Forense, Enrico Zanalda, in una nota dopo l'incidente a Casal Palocco, in cui è rimasto ucciso un bimbo di cinque anni. Ferite la mamma e la sorellina, di un anno più piccola che viaggiavano con lui a bordo della Smart contro cui si è scagliato il suv Lamborghini: trasportate in ospedale, non rischiano la vita. Al volante il fondatore e membro dei The Borderline, youtuber da 600mila followers, che si trovavano in auto per una sfida estrema: cinquanta ore senza uscire dall'automobile. Online esistono molte sfide di questo genere, ma occorre stare attenti e non normalizzare comportamenti rischiosi.

"Il limite di un gioco è quando le azioni intraprese vanno oltre il confine della sicurezza e dell'incolumità propria e altrui – continua il professor Zanalda – Da sempre i giovani commettono delle imprudenze e si mettono in situazioni rischiose per la propria e l'altrui incolumità. Questa vicenda dei youtuber, si parla anche di tracce di cannabis, ha determinato delle reazioni emotive importanti soprattutto nelle persone con un età superiore ai 40 anni". Quella generazione ancora giovane, ma non abbastanza da essere cresciuta insieme ai social network.

Le sfide estreme alla ricerca di gratificazioni

"Soprattutto quando si è in gruppo, molti ragazzi prendono la vita come un gioco nel quale si ricercano attenzione e gratificazioni che possono arrivare proprio con l'utilizzo dei social media – ha continuato a spiegare – Alcuni soggetti sono motivati a condividere contenuti sensazionalistici per ottenere visualizzazioni, like, commenti e condivisioni. Per risultati del genere, creano contenuti sempre più estremi o pericolosi".

L'importante è rendere i ragazzi consapevoli dei danni: "Quanto si vede sui social, si confonde con la realtà della vita e inducono i ragazzi ad aumentare il livello di rischio favorendo purtroppo incidenti anche mortali. Sarebbe opportuno postare anche gli esiti funesti di queste ‘bravate' in modo che almeno rendano più consapevoli del rischio mortale questi ragazzi".

Le parole dei colleghi

Sono in molti, anche dal mondo del web, ad essersi espressi su quanto accaduto. Oltre ai PirlasV e a Captain Blazer, amici del gruppo di youtuber che hanno cercato di far sentire la loro vicinanza ai The Borderline, c'è chi è stato un po' più critico. "Questi ragazzi hanno responsabilità a prescindere dal fatto che siano gli youtuber: sarebbe potuto succedere anche a ragazzi normali, dei ragazzi comuni", ha spiegato in un video sul suo canale, da più di due milioni di followers, Riccardo Dose.

Più vicino quello che spiegato dalla Società italiana di Psichiatria Forense, invece, Ciccio Gamer: "Se uno fa un video in cui sta 20 minuti su una Lamborghini, arriva un'altra persona che lo fa di un'ora. Poi di due. Poi cinque. Poi cinquanta: si cerca di andare sempre oltre", ha spiegato rispondendo ad una domanda su Tik Tok. Ma non risparmia neanche il pubblico: "Il problema è che chi usufruisce dei contenuti, ormai non si accontenta più. Così si sfocia in situazioni pericolose: siete voi che guardate quello". Lo dimostra, ad esempio, il fatto che, dopo l'incidente, i followers dei The Borderline stiano continuando ad aumentare.

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