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Provano a uccidere un uomo al lago di Castel Gandolfo, arrestati tre uomini: traditi dai tatuaggi

La sparatoria era avvenuta lo scorso Ferragosto al lago di Castel Gandolfo: i tre hanno tentato di uccidere in mezzo a una folla di persone un uomo con cui avevano avuto una discussione poco prima all’interno del ristorante.
A cura di Natascia Grbic
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Erano arrivati a bordo di una Smart bianca sparando all'impazzata diversi colpi d'arma da fuoco contro un gruppo di ragazzi che in quel momento stavano chiacchierando in un parcheggio. A distanza di mesi dalla terribile sparatoria di Ferragosto che aveva sconvolto Castel Gandolfo, gli aggressori sono stati arrestati dai carabinieri: si tratta di tre uomini di età compresa tra i 25 anni e i 41 anni, accusati di tentato omicidio. L'episodio aveva tenuto tutto col fiato sospeso la scorsa estate: la sparatoria era avvenuta nel parcheggio del ristorante Blanco, un posto molto frequentato che si trova vicino il lago Albano di Castel Gandolfo, e solo per un caso non c'erano stati feriti. Da subito i carabinieri si erano messi al lavoro per risalire ai responsabili di quella che poteva essere una vera e propria tragedia. Adesso, a distanza di mesi, i tre presunti responsabili sono stati individuati.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre avevano un obiettivo quella sera: sparare a un uomo con cui avevano avuto una discussione poco prima nel ristorante. Si tratta di un 30enne accusato di favoreggiamento: quando i carabinieri lo hanno ascoltato per far luce sulla vicenda non si è dimostrato per niente collaborativo, anzi. Ha cercato di sviare le indagini dando risposte evasive e rifiutandosi di dire cosa era veramente accaduto. Il 30enne si è salvato solo perché era riuscito a nascondersi dietro una macchina, che invece è stata crivellata di proiettili. A fornire una pista importante per gli investigatori, i tatuaggi sul braccio dell'uomo che ha sparato verso la folla. "Questi colpi – aveva dichiarato il capitano dei carabinieri di Castel Gandolfo, Davide Acquaviva – erano molto pericolosi perché c'erano all'incirca 50 persone nel parcheggio e il rischio di ammazzare più persone era molto elevato".

Tutto era cominciato all'interno del ristorante, con le famiglie dei tre arrestati che hanno creato moltissimi problemi agli avventori presenti e al personale. Non solo: quando sono usciti, secondo quanto dichiarato dalle persone che lavorano nel locale, hanno dato schiaffi e calci a una ragazza che lavorava in sala. Il 30enne – che sarà poi accusato di favoreggiamento – è andato a vedere cosa fosse accaduto, e a quel punto è stato preso di mira e pestato con calci e pugni. "Gli ho dato du carci ‘n bocca mamma mia… ti giuro co tutta la forza che c'avevo, il primo gliel'ho dato pure piano, ma il secondo lo sai che vordì', le parole registrate durante le intercettazioni. Gli arrestati sapevano che prima o poi li avrebbero portati in carcere: da tempo parlavano di questa eventualità con la famiglia, ostentando da una parte sicurezza e arroganza, dall'altra preoccupazione.

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