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Protesta dei vigili del fuoco: “Basta chiamarci eroi, non abbiamo mezzi per prestare soccorso”

I vigili del fuoco sono scesi in piazza a Roma per chiedere al nuovo governo di migliorare le loro condizioni di lavoro, dagli arretrati contrattuali fino alle attrezzature troppo spesso fatiscenti.
A cura di Simona Berterame
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Pochi, scarsamente considerati, non adeguatamente pagati e con nessuna tutela. Sono queste le principali ragioni che hanno portato stamattina a Roma i vigili del fuoco, per una protesta sotto forma di sit in a piazza SS Apostoli. La manifestazione nazionale, organizzata dal sindacato USB ha l'obiettivo di porre l'attenzione sulle condizioni di lavoro che si trovano a vivere i pompieri. Uno stop per l'intera giornata del personale giornaliero e amministrativo, mentre i “turnisti” si sono fermati dalle 9 all 13.

Chiedono risposte al governo che verrà: "Basta pacche sulle spalle, non ci basta più essere chiamati eroi – spiega Costantino Saporito coordinatore nazionale dei Vigili del Fuoco, Usb – abbiamo bisogno di risposte immediate, la politica deve restituirci la nostra dignità". "Qui nella Capitale – continua Saporito – c'è un vigile ogni 30mila abitanti, se c'è un intervento importante come l'incendio della discarica di Malagrotta dei mesi scorsi dobbiamo attingere forze da Napoli o dall'Aquila ma poi quelle città rimangono scoperte. In alcune città come Torino abbiamo poche barelle sui mezzi e se sono impegnate non possiamo intervenire in altri soccorsi”.

La protesta

"I cittadini devono sapere le responsabilità politiche dell'abbandono in cui versa il Corpo Nazionale, soprattutto in un momento dove un evento climatico estremo può devastarne l'esistenza" spiegano dal Coordinamento Nazionale USB VVF. Secondo gli organizzatori della protesta, lo sciopero è ormai l’unica risposta che può ricevere la politica e l’amministrazione, che sarebbero complici dello smantellamento del Corpo più amato dal Paese.

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